Inquinamento ambientale: nuovo fattore di rischio cardiovascolare

Inquinamento ambientale: nuovo fattore di rischio cardiovascolare

Corrado-Tamburino

È stato dimostrato negli ultimi anni come i fattori d’inquinamento ambientale rivestano un ruolo di notevole rilievo nello sviluppo di patologie cardiovascolari, correlandosi ad un’incrementata incidenza di ipertensione arteriosa, infarto miocardico, scompenso cardiaco, diabete mellito ed ictus.

La presenza nell’aria di considerevoli quantità di materiale particolato, così come il rumore ambientale, in particolare notturno, sembra siano in grado compromettere la funzione vascolare attraverso meccanismi infiammatori e di stress ossidativo, promuovendo l’evoluzione della malattia aterosclerotica sia in soggetti sani che, in misura ancor maggiore, in soggetti già affetti da patologia cardiovascolare.

Studi epidemiologici hanno mostrato come in prossimità di aree aeroportuali o ad elevato traffico urbano l’inquinamento acustico promuova disturbi del ritmo sonno-veglia, alterazioni del sistema nervoso vegetativo (es. incremento della frequenza cardiaca) e dei livelli in circolo di ormoni dello stress, con conseguente sviluppo di malattie del cuore e dei vasi, prima tra tutte l’ipertensione arteriosa. Così, sebbene le strategie di prevenzione cardiovascolare siano state focalizzate storicamente sul controllo personale dello stile di vita e sulla terapia medica, ci si rende sempre più conto di come il problema abbia ormai una dimensione ambientale.

Perché la questione possa essere affrontata in maniera efficace, la collaborazione di pazienti, cardiologi ed industria farmaceutica è fondamentale ma non sufficiente; è necessario che entrino in gioco coloro che hanno il compito di regolamentare le condizioni ambientali. Gli studi scientifici possono provvedere le evidenze per individuare quali siano i canoni da rispettare per limitare gli effetti dell’inquinamento ambientale, ma bisogna stabilire delle linee politiche che permettano di raggiungere gli standard fissati.

Purtroppo, sebbene l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia indicato dei “valori guida” per la qualità dell’aria, le politiche adottate dai vari Governi europei sono molto eterogenee e nella gran parte dei casi non adeguatamente efficaci. Dovremmo forse tutti ricordare che nonostante tutto “Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest’ultimo non preservo me stesso. (Josè Ortega y Gasset)”.

In collaborazione con la dott.ssa Anna Caggegi