Agitazione per 56 operatori sociosanitari di Villa Sofia-Cervello: negato il rinnovo del contratto

Agitazione per 56 operatori sociosanitari di Villa Sofia-Cervello: negato il rinnovo del contratto

PALERMO – La situazione degli operatori sociosanitari della Villa Sofia Cervello sta causando un grande malcontento tra i lavoratori che, nonostante la legge preveda la loro stabilizzazione, si trovano ad affrontare una proroga incerta del proprio contratto di lavoro.

Infatti, l’amministrazione della Villa Sofia Cervello ha deciso di non prorogare i contratti di ben 56 operatori sociosanitari, mentre procede in modo disomogeneo con la proroga dei precari covid, suscitando molte perplessità tra i lavoratori e anche nel mondo politico siciliano.

Questa mattina, i lavoratori hanno deciso di manifestare in viale Strasburgo davanti alla sede dell’azienda sanitaria per protestare contro questo comportamento che considerano totalmente difforme dalla normativa.

Giuseppe Forte, Antonino Ruvolo e Giovanni Cucchiara della Fials Palermo, rappresentanti dei lavoratori, hanno chiesto l’intervento autorevole del presidente della Regione e dell’assessore Volo per risolvere questa situazione che sta creando grande disagio tra i lavoratori:

Chiediamo l’intervento autorevole del presidente della Regione e dell’assessore Volo – commentano Giuseppe Forte, Antonino Ruvolo e Giovanni Cucchiara della Fials Palermo – questo comportamento difforme dalla normativa di alcuni direttori generali è totalmente inconcepibile”.

È evidente che l’amministrazione della Villa Sofia Cervello deve rispettare le normative in vigore e garantire la stabilizzazione di tutti i lavoratori precari, in modo da evitare situazioni di precarietà e instabilità lavorativa.

Inoltre, è importante che il mondo politico siciliano prenda in considerazione questo problema e agisca per garantire la tutela dei lavoratori, sostenendo il rispetto delle normative vigenti e la stabilità del lavoro.

SITUAZIONE DEI PRECARI COVID

Ieri, durante una protesta contro i tagli alla sanità pubblica e per la salvaguardia dei precari Covid, è emerso che quattro operatori sociosanitari e sei infermieri del pronto soccorso del Cervello sono stati trasferiti e altri sei infermieri sembrano in procinto di essere trasferiti al Pronto Soccorso di Villa Sofia a Palermo.

La protesta, svoltasi ieri 28 febbraio in piazza Ziino a Palermo, è stata organizzata dalla Fials, che ha rivendicato la proroga di tutti i contratti in corso in scadenza al 28 febbraio e l’avvio delle procedure di stabilizzazione per tutto il personale precario, incluso il personale tecnico.

Inoltre, il sindacato ha chiesto direttive unitarie ai commissari straordinari delle aziende sanitarie per evitare licenziamenti di precari e ha ritenuto urgente la riforma del Servizio di Emergenza-urgenza Seus 118, il cui organico è fermo da oltre 15 anni.

La protesta è stata anche sostenuta dai precari Covid siciliani, che hanno deciso di manifestare sotto la sede dell’Ars. Più o meno trecento lavoratori hanno sfidato la pioggia per chiedere di poter continuare a esercitare la propria mansione portata avanti in questi ultimi anni di pandemia.

I lavoratori, considerati eroi durante la pandemia, ora rischiano di perdere il proprio lavoro, e che rappresenta un paradosso per loro, anche alla luce della necessità di figure professionali all’interno del sistema sanitario regionale.

Durante il sit-in, un gruppo di sindacalisti è stato ricevuto all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana per discutere delle loro richieste. La Fials e i lavoratori precari covid siciliani continuano a lottare per la salvaguardia dei posti di lavoro e per una riforma del sistema sanitario regionale.

LAVORO PRECARIO NELLA SANITÀ SICILIANA

Il lavoro precario nella sanità è un problema che affligge molte persone in tutto il mondo. La pandemia di COVID-19 ha reso ancora più evidente la necessità di un sistema sanitario forte ed efficiente, ma anche la precarietà dei lavoratori che vi operano.

Riguarda principalmente il personale non medico, come infermieri, operatori sociosanitari e tecnici sanitari, ma anche i medici possono essere soggetti a contratti a termine e ad orario ridotto.

Il precariato, nella sanità, ha effetti negativi sulla qualità dell’assistenza sanitaria. I lavoratori precari spesso non hanno accesso alla formazione continua e alle opportunità di sviluppo professionale, il che può compromettere la loro capacità di fornire cure di alta qualità ai pazienti.

Inoltre, il lavoro precario nella sanità ha anche effetti negativi sulla salute mentale dei lavoratori. La precarietà del lavoro può causare stress e ansia, che possono a loro volta influire negativamente sulla salute mentale e fisica dei lavoratori.

La pandemia di COVID-19 ha messo in luce l’importanza del lavoro dei lavoratori precari nella sanità.

Sono stati chiamati ad affrontare la crisi in prima linea, spesso a rischio della loro stessa vita. Tuttavia, nonostante il loro contributo fondamentale, molti di loro continuano a lavorare con contratti a termine e con condizioni di lavoro precarie.

Per risolvere il problema dell’instabilità lavorativa nella sanità, è necessario un impegno politico e sociale. Sono necessarie politiche che garantiscano la stabilizzazione del personale precario e l’accesso alle opportunità di formazione e sviluppo professionale.

Infine, è importante che i lavoratori precari nella sanità siano rappresentati da sindacati forti e che possano contare sul supporto della società civile per far valere i loro diritti e migliorare le loro condizioni di lavoro.