Lutto nel mondo dell’enologia, ma anche dell’arte e del poker: è morto Vito Planeta

Lutto nel mondo dell’enologia, ma anche dell’arte e del poker: è morto Vito Planeta

SICILIA – Un male incurabile ha portato via a 57 anni Vito Planeta, produttore di vini dell’omonima casa vinicola e figlio del barone Gigi Planeta.

La Sicilia è a lutto per la grave perdita di un uomo attivo non solo nel mondo dell’enologia, ma anche dell’arte e del poker. “Invernomuto“, questo il suo nickname, è stato infatti per diversi anni tra i torneisti più vincenti dell’Isola.

Dalla “Milano da bere“, grazie a un passato da manager in Publitalia, al ritorno in Sicilia di Vito che ha segnato la svolta per l’azienda di famiglia. Ne è testimonianza la tenuta di Sciaranuova, a Castiglione di Sicilia, selezionata da Hbo e Lucky Red come location per il quinto episodio della seconda stagione di “The White Lotus”.



I messaggi di cordoglio

Tra i tanti spicca il post sui social dell’artista palermitano Francesco Scimemi: “Caro Vito Invernomuto Planeta, Mi mancherai. Veramente. Tanto. Ti voglio bene e ti considero una delle persone più intelligenti che conosco. Mi viene male a scrivere al passato. Mi abituerò. Mi devo abituare. Ho ripassato tutta la cronologia di Whatsapp: centinaia di comuni suggerimenti di libri, di spettacoli, di scrittori. Citazioni, suggerimenti, film. Hai preso questo? E questo? E Infinite Jest, lo hai finito? Interminabili splendide discussioni al telefono dove ci divertivamo a esaltare o a stroncare un’opera. Senza presunzione. Per giocare dialetticamente, come ci piaceva. Avevi un’intelligenza rara e raffinata, sensibile all’arte, quella vera. Eri uno dei pochi con cui dopo una conversazione ti sentivi più ricco. Abbiamo bevuto assenzio insieme a Milano, trent’anni fa, comprato a un supermercato spagnolo, per imitare i poeti, ma era un assenzio praticamente finto e ci mettemmo a ridere. In sette lustri ci siamo visti più in giro per l’Italia che a Palermo. Le risate a Bolzano con i Babilonia, le cene dopo teatro a Verona con Pagliai e la Gassman, a Bergamo con Brachetti. Abbiamo sempre sorriso insieme. Costruendo progetti e sogni bellissimi che non c’era bisogno di realizzare. Erano già lì. E quando non avevamo manco diciotto anni abbiamo giocato a tutto, a chemin, a poker, alla roulette, a black jack, a backgammon. Le profonde discussioni su Klaus Maria Brandauer e il suo Mephisto, il film di Istvan Szabo, che era la tua icona quando creasti Invernomuto. Ma, per motivi diversi, non eravamo giocatori d’azzardo, né tu, né io: come nel libro di Sacha Guitry, di cui poi abbiamo parlato spesso, cercavamo, come scriveva lui, di farci amico il Caso. E non ci siamo riusciti. Nè tu, né io. Sarai sempre nel mio cuore Vito, amico mio“.

Zio Vito… Non trovo o forse non voglio trovare le parole giuste. Ti dico solo grazie, per essere stato il primissimo a credere in me. Forse prima ancora di me stesso. Porterò con me tutte le nostre notti di grinding, quelle bad beat che ci han tolto il sonno e quelle urla di gioia nel cuore della notte per quei colpi che finalmente avevan retto al final table… Sappi che, anche se non te l’ho detto mai, non era il fottutissimo giochino a rendere speciali quelle notti e men che meno I soldi… Eri te. In loving memory“, scrive Massimiliano.

A fargli eco, Cristiana: “Un senso di smarrimento e di dispiacere immenso. Vito Planeta non c’è più. E pezzettino dopo pezzettino io riconnetto i pezzi di una vita. L’ultimo spettacolo della vostra rassegna, da voi. Quanta gioia, rispetto e bellezza di condivisione. Vito, non posso crederci. Un onore essere stati insieme. Tu, che sei stato così accogliente con noi. Tu che hai regalato la felicità dell’Etna a Sam“.

In foto Vito Planeta