CATANIA – La prima cosa che si nota incontrando Mimmo e Peppe è la loro forza interiore che mettono nelle attività che svolgono durante la giornata. Dal gesto più semplice alle azioni più complesse, hanno un’energia che investe le persone che gli stanno attorno.
Domenico Vinciguerra e Giuseppe Barone non possono muovere le gambe.
I due hanno avuto un incidente stradale e sono divenuti paraplegici. Ma la disabilità non è mai uguale tra gli individui; la lesione midollare di Giuseppe è differente da quella di Domenico, le loro possibilità di movimento sono diverse.
Se è vero che le possibilità fisiche sono differenti, è altrettanto certo che i due ragazzi sono accumunati dalla volontà e dal desiderio di riuscire.
Hanno un progetto e il loro obiettivo principale è quello di condividere le loro esperienze con quante più persone possibili, cercando di informare rispetto alla disabilità e alle piccole “sfide” che affrontano giornalmente.
Nel loro canale Instagram “Crazyonwheels” che in italiano si traduce in “Pazzisuruote” è possibile guardarli nelle loro quotidianità, dove condividono video, storie e immagini.
Tra le moltitudini di avventure che affrontano ci sono viaggi, sfide e piccole “scommesse”. Poi c’è lo sport, elemento fondamentale della loro vita.
Giuseppe e Domenico sono due giocatori del “Basket Wheelchair Cus Catania” e amano dedicarsi alla cura del corpo. Saranno loro, in prima persona, a raccontarci qualcosa sulla disabilità, sull’inclusione e sullo sport, in una intervista esclusiva che trovate di seguito, ma che vi accenniamo già.
Lo sport come “cura”
“Lo sport è fondamentale perché avere una struttura muscolare sviluppata ci aiuta nelle nostre azioni quotidiane, come spingere la sedia o salire in macchina. Lo sport aiuta dal punto di vista sociale, in quanto permette di conoscere persone nuove“, a parlare è Domenico.
“Lo sport è vita ed è integrazione“, afferma invece Giuseppe. “Non è soltanto qualcosa di fisico, aiuta a sfogarsi, scaricare l‘ansia e permette di acquisire maggiore autostima“.
Domenico e Peppe, come vi abbiamo già detto, sono due giocatori di basket e si allenano costantemente in una palestra del territorio catanese. La loro “particolarità” sta nell’essere in carrozzina, in sala attrezzi, “diversi” ma uguali agli altri nell’allenarsi. Per questo abbiamo voluto chiedergli qual è la prima reazione che gli altri hanno nel vederli allenare.
“Quando all’inizio andavamo in palestra le persone ci guardavano con curiosità, come per dire: ‘Ma questi che devono fare? Vediamo di cosa sono capaci‘. Adesso ci accorgiamo, lo sentiamo, che quando entriamo loro si motivano, sono spinti dal nostro sacrificio e vedendoci allenare cade il pregiudizio che i disabili non possono praticare sport“.
Come vi abbiamo già accennato, l’obiettivo del loro progetto – denominato “Crazyonwheels” – è quello di condividere e far conoscere la loro storia, che li accomuna anche a tante altre persone che convivono con una disabilità ma che spesso preferiscono rimanere nell‘ombra. Il loro modo di pensare e di vivere è innovativo.
Questo e tanto altro sono Giuseppe e Domenico, “penalizzati“, forse, dalla vita. Da un destino un pò amaro. Ma, ogni giorno, non hanno mai perso il sorriso. Sì, perché dall’intervista che vi postiamo di seguito potrete anche voi accorgervi, certamente, che quello, Peppe e Mimmo – come li chiamano gli amici – non l’hanno perso mai.
Nonostante tutto.