ENNA – I sindacati dei pensionati CGIL, CISL e UIL si sono incontrati con i capigruppo del Consiglio comunale di Enna per discutere della grave mancanza dei servizi domiciliari di assistenza agli anziani.
Il presidente del Consiglio Comunale, Maurizio Bruno, anch’egli presente, ha ascoltato con grande interesse quanto esposto. I tre segretari Sigfrido Fadda, Enzo Canu e Filippo Manuella, rispettivamente rappresentanti di CGIL, CISL e UIL, non hanno tardato a mettere in chiaro fin da subito la drammatica situazione. Hanno infatti affermato di “essersi rivolti ai capigruppo a causa della insensibilità dimostrata, in materia, dall’amministrazione comunale”. In particolare, è stato evidenziato “che gli anziani sono abbandonati dal 31 maggio scorso, cioè da quando è scaduta l’assistenza domiciliare”.
Degli 8.000 anziani con più di 65 anni di età presenti in città, circa 60 non sono autosufficienti e non godono di alcuna copertura familiare. “Questi – hanno affermato i tre segretari – o vengono ricoverati nelle case di riposo sradicandoli dal contesto sociale, oppure debbono essere assistiti a domicilio per 365 giorni l’anno, pena l’abbandono ed il relativo reato. Non solo ma assisterli a domicilio costa alla collettività circa 5 volte di meno rispetto al ricovero. Ecco, l’obbligatorietà dell’assistenza!”.
Duro anche l’attacco sulla presunta assenza di fondi. “Le fonti di finanziamento sono almeno tre: i fondi del proprio bilancio comunale, i soldi del piano di zona ex legge 328/2000, i fondi dell’Unione Europea erogati attraverso il P.A.C. La verità, probabilmente, è che la volontà politica dell’amministrazione comunale di Enna, forse, è quella di non volere erogare l’assistenza domiciliare, conseguentemente, quelle accampate sono solamente delle scuse. I fondi dell’Unione Europea, però, sono fondi aggiuntivi e non sostitutivi e servono a migliorare il servizio”.
“Un bando quale quello pubblicato dal comune di Enna ha il solo obiettivo di escludere e di decimare potenziali utenti, ha scatenato il panico tra gli anziani e tanti di essi non hanno voluto neppure presentare domanda. Ma dove è il miglioramento del servizio previsto dai fondi Europei? La decimazione del numero di anziani che già usufruivano del servizio? – incalzano i tre sindacalisti -.
Non vogliamo fare polemica con alcuno, ma siamo molto fermi sulle richieste e desideriamo essere ascoltati e non solamente informati a cose fatte”.
Questi i punti principali esposti dai sindacati nel corso della conferenza:
1) Conoscere quale è stato lo stanziamento del bilancio comunale del 2013;
2) Tradurre in fatti, con congruo stanziamento nel bilancio di previsione 2014 ancora da approvare, le asserite affermazioni di attenzione al mondo degli anziani;
3) Confermare, almeno in 176, il numero di anziani che hanno fruito fino alla fine di maggio del servizio di assistenza domiciliare;
4) Mantenere i livelli occupazionali degli operatori che vi prestano attività da circa 20 anni;
5) Garantire l’assistenza per tutto l’anno, ai circa 60 anziani non autosufficienti e soli;
6) Modificare profondamente il bando nei contenuti e nell’ispirazione eliminatoria e decimatoria dando modo ad altri di presentare istanza;
7) Eliminare subito la soglia di sbarramento dei 9.000 Euro.
La Conferenza dei capigruppo non poteva, logicamente, fornire delle risposte immediate, e per tale motivo è stato ritenuto opportuno aggiornarsi nei giorni a seguire, con la presenza dell’assessore al ramo.