PALERMO – Il Gup del Tribunale di Palermo Walter Turturici ha rinviato a giudizio l’imprenditore Vincenzo Torregrossa, già contitolare della società Solemare, proprietaria dei due bar della cittadella giudiziaria del capoluogo dell’Isola, entrambi chiusi da anni per le perdite accumulate.
Torregrossa, che in passato aveva denunciato le pressioni mafiose subite in uno dei bar da lui gestiti, quello della stazione centrale palermitana, è accusato di caporalato nei confronti di una decina di ex dipendenti della società.
I lavoratori dei due bar erano stati, fra l’altro, costretti ad accettare retribuzioni più basse di quelle formalmente dichiarate, a non godere le ferie e i permessi previsti dai contratti, anche nei casi di maternità, e a lavorare 9 ore al giorno, contro le 4 dichiarate, restituendo parte della retribuzione ricevuta.
Rigettata la richiesta di patteggiamento presentata dalla sorella dell’imputato, Luisa Torregrossa, anche lei titolare della Solemare, che avrebbe voluto chiudere la propria vicenda giudiziaria con una condanna a un anno e 6 mesi.
Il giudice Turturici ha però ritenuto la pena “non congrua” e, dopo avere respinto la richiesta di applicazione pena, si è dichiarato incompatibile, rinviando a un altro giudice per la posizione della sola imputata.
A denunciare la situazione e il caporalato subito erano stati gli stessi dipendenti, che avevano fatto una scelta coraggiosa e che ora si sono costituiti parte civile, con l’assistenza degli avvocati Valeria Minà, Claudio Gallina Montana, Antonio Tito, Anna Cucina, Ersilia Bottiglieri, Roberto Cianciolo, Alessandra Nocera e Alessandro Romano.
I Torregrossa, difesi dall’avvocato Michele De Stefani, avevano eccepito la duplicazione dei giudizi, perché contro di loro gli ex dipendenti hanno avviato anche una causa civile: il giudice ha però ritenuto infondata questa eccezione.
Il processo contro Vincenzo Torregrossa si aprirà il 4 gennaio 2023 davanti alla terza sezione del tribunale.