SIRACUSA – Il Tribunale di Siracusa, sezione civile, ha rigettato la richiesta risarcitoria di oltre sei milioni di euro avanzata dai genitori di una minorenne affetta da problemi neuro-psico-patologici.
A comunicarlo sono gli avvocati Cesare Gervasi del Foro di Siracusa e Alessandra Vindigni del Foro di Ragusa, difensori dell’Asp di Siracusa chiamata in giudizio dai genitori della piccola.
“Secondo i genitori le condizioni della bimba si sarebbero aggravate a seguito della somministrazione, da parte del Servizio di igiene pubblica del distretto sanitario di Augusta, del richiamo del vaccino anti tetano, difterite e pertosse e del vaccino anti morbillo, parotite e rosolia, e ciò a causa dell’asserita negligenza dei sanitari che – sostengono – avrebbero omesso valutazioni prudenziali“.
L’Asp di Siracusa ha contestato gli addebiti, evidenziando che “al momento della somministrazione, la minore non risultava affetta da alcuna condizione che dovesse indurre gli operatori del centro vaccinale a ritardare o a non effettuare la somministrazione“.
Ancora, a detta loro, l’inoculazione oggetto di contestazione era un richiamo e che, dunque, “l’analisi preliminare era stata condotta prima della somministrazione della prima dose del suddetto vaccino che, peraltro, non aveva causato alcun effetto collaterale e/ o reazione“.
Il Tribunale di Siracusa ha accertato la “mancanza di alcun nesso di causalità tra il peggioramento della condizioni della salute della piccola e la somministrazione del richiamo dei vaccini», rigettando la pretesa risarcitoria.