CAPACI – Giuseppe Barranca, 66 anni, è chiuso in carcere da oltre 25 anni perché è stato condannato all’ergastolo per aver procurato l’esplosivo che, il 23 maggio 1992, servì per l’attentato al giudice Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta.
Già è stato revocato il 41 bis e adesso chiede di poter accedere ai permessi premio. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva già negato tale possibilità, ma la Cassazione ha annullato con rinvio il provvedimento per vizio di motivazione.
A detta della Suprema Corte, che decide in tal senso per la seconda volta, non è stato valutato correttamente un dato fondamentale: l’attualità dell’eventuale pericolosità del detenuto.
La Cassazione chiede elementi concreti che dimostrino che Barranca non possa godere dei permessi premio perché in quei frangenti potrebbe riallacciare i contatti con Cosa Nostra e tornare a delinquere.
Secondo la difesa, invece, l’uomo avrebbe tenuto uno stile detentivo esemplare, mancherebbe l’attualità dei collegamenti mafiosi. Il Tribunale di Sorveglianza di Milano dovrà dunque rivedere la sua posizione alla luce delle indicazioni della Cassazione.