PALERMO – Stop alle nomine, designazioni e conferimenti di incarichi negli ultimi sei mesi della legislatura da parte del presidente della Regione e dei suoi assessori in organi dell’amministrazione regionale o in enti e aziende controllati dalla Regione.
È questo in sintesi il succo di un emendamento aggiuntivo approvato oggi in aula, sottoscritto dal M5S e dagli esponenti di numerose altre forze politiche che si applica a partire dall’ok alla legge.
“Si tratta – commenta il capogruppo del M5S Nuccio Di Paola – di una norma certamente di buon senso, che mira ad affrancare gli ultimi mesi di campagna elettorale da pericolose tentazioni che rischierebbero di avvelenare il clima politico in vista del rinnovo del Parlamento regionale”.
“Stigmatizziamo – conclude Di Paola – l’atteggiamento tenuto in aula dall’assessore Cordaro nei confronti della presidenza e del segretario generale”.
I capigruppo di FdI e Db, Elvira Amata e Alessandro Aricò, avevano chiesto alla Presidenza il rinvio dell’emendamento in commissione di merito ipotizzando anche profili di incostituzionalità, ma il testo è stato messo ai voti e alla fine è stato approvato, col voto favorevole di chi aveva manifestato disappunto rilevando tra l’altro la non attinenza dell’emendamento col disegno di legge in discussione.
“Nel metodo oggi scriviamo una pagina macchiata, nulla sarebbe cambiato se questo emendamento seguendo il percorso istituzionale corretto fosse andato nella commissione di merito“, ha detto in aula l’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro.
“Questo emendamento e con queste firme resteranno nella storia di questa legislatura e di questo Parlamento: mi rimetto alla decisione della Presidenza, se si decide di votare voterò a favore“, aggiungo.
Dopo l’approvazione della norma e dell’intero ddl, il vice presidente vicario, Roberto Di Mauro (autonomisti), ha stigmatizzato l’atteggiamento di Cordaro.
“Lei assessore si è rivolto a me in modo minaccioso, ma io sono sereno perché la conosco da anni e so che lei vuole sempre alzare i toni. Ma non si doveva permettere di rivolgersi al segretario generale dicendogli: ‘poi terremo conto del suo comportamento’, questo non è ammissibile“. Cordaro ha cercato di replicare dai banchi del governo, ma Di Mauro ha chiuso la seduta.
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