UCRAINA – Ma la Russia, non dovrebbe far parte dell’Europa e, quindi dell’UE? Di certo, pensare una cosa del genere, nel 2022, non appare scandaloso e nemmeno anacronistico! Dove è finito l’alto senso della civil democrazia e del vivere in pace, almeno, fra popoli delle Nazioni evolute e moderne?
L’ipocrisia regna sovrana, fra i Leader. È come se fossimo tornati agli inizi del secolo scorso, per meglio dire precipitati al periodo della guerra fredda. Decine di Onlus si adoperano a salvare emigrati ai confini della Libia, magari pronti ad accordi con il cartello dei trafficanti, tanto c’è l’ Italia, pronta a consentire lo sbarco in Sicilia, mentre altri Stati, come la Spagna e la Francia usano il pugno di ferro.
Vengono i brividi ancora a sentire notizie come quella che, oggi, il leader di un Paese capitalista ed evoluto come la Russia, si pone, quale arbitro del mondo intero a proclamare Repubblica autonoma, la Regione del Donbass e mostra i suoi muscoli per essere pronto a scatenare un conflitto internazionale sul versante europeo, senza pensare minimamente che esiste anche la formula consultiva referendaria e far decidere i popoli interessati autonomamente.
Posso capire che, un’azione di peacekeeping sia stata avviata nel Medio Oriente venti anni addietro per cercare di garantire un pò di tranquillità a tutti quei Paesi in sofferenza e spegnere quei focolai di terrorismo che ancor provocano eccidi a non finire, con tutti i pro e i contro del modo di fare, non dimenticando i trentuno militari uccisi, solo nella missione Antica Babilonia.
Sembra proprio di constatare, ahimè, che una forza di proiezione militare, un vero e proprio teatro di guerra nel Donbass venga messo in “scena” oggi. Vadimir Putin che, geloso dei suoi vicini come Ucraina, Georgia e Romania, perché pronti a far parte dell’UE e quindi di aderire alla Nato, invade la Regione del Donbass, con la scusa di dare aiuto ai separatisti filorussi, e riconoscendo autonomamente la loro indipendenza dall’Ucraina.
Un Biden che cerca di cogliere il momento giusto di agire per vendetta, contro il Cremlino, dopo più di un secolo di astio e di guerra fredda. Uno Stoltenberg che non vuole mandare in frantumi il sogno di espansione della Nato fino ai confini russi, il Mediterraneo che circonda la Sicilia, diventato la sede degli armamenti militari nucleari della Nato e della Russia.
I lader europei, che, giustamente per mantenere i buoni contatti con Putin cercano di fare i mediatori fra le due potenze, americana e russa, e cercano di sanare i dissidi fra le potenze mondiali, protagoniste della diatriba, con estenuanti contatti telefonici per fare arrivare ad un “accordo” sicuramente economico per spegnere la miccia di un conflitto bellico. Le minacce delle tre sponde su ritorsioni economiche e di forniture di materiale energetico.
Di certo c’è che la situazione è diventata esplosiva ed in modo serio. Gli States minacciano gravi sanzioni economiche, la Russia non vuole concedere ai suoi vicini, il transito all’UE alla Nato, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, il neo cancelliere che ha preso il posto di Angela Merkel, a loro modo, cercano di difendere, prima le loro Nazioni. Solo che l’Italia, a quanto pare, risulti il Paese che potrebbe soffrire seriamente e maggiormente per mancanza di forniture energetiche come il metano.
Oggi, dopo l’invasione, le Borse di tutto il mondo perdono cifre di economia stratosferiche, il costo del petrolio come l’oro arriva alle stelle, l’ Industria russa precipita nel caos. Triste situazione geopolitica! Pensare che se ci fossero, oggi statisti come un Konrad Adenauer, un Charles De Gaulle e un Michail Corbaciov, la Russia, diventata capitalista e non più comunista, potrebbe far parte dell’UE.
L’Euro avrebbe preso il posto del Rublo, tutte le Nazioni ex comuniste sarebbero già insite nell’Unione Europea. L’intero “Vecchio Continente”, oggi, sarebbe una vera potenza unica di rispetto per il globo intero. Non c’è bisogno di andare lontano per esprimere una considerazione: “I galli che si beccano” di Alessandro Manzoni danno un’idea perfetta per come potrebbe finire. E questa volta il pericolo di una guerra con armi evolute riguarda, in prima linea, ben 750 milioni di europei.
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