UCRAINA – “Voglio prima di tutto esprimere la mia più ferma condanna per la decisione del Governo russo di riconoscere i due territori separatisti del Donbass. Si tratta di un’inaccettabile violazione della sovranità democratica e dell’integrità territoriale dell’Ucraina“.
Lo ha dichiarato stamattina il premier Mario Draghi, in apertura del suo intervento alla cerimonia del Consiglio di Stato, in riferimento al riconoscimento delle due autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk da parte di Vladimir Putin.
“Sono in costante contatto con gli alleati per trovare una soluzione pacifica alla crisi ed evitare una guerra nel cuore dell’Europa. La via del dialogo resta essenziale, ma stiamo già definendo nell’ambito dell’Unione Europea misure e sanzioni nei confronti della Russia“, ha aggiunto.
Nella notte appena trascorsa, intanto, la Russia ha inviato i propri blindati nei territori separatisti, ma il timore è che le truppe possano sconfinare oltre, guardando verso la capitale Kiev.
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha informato che nelle prossime ore a Parigi “si terrà il consiglio europeo dei ministri degli Affari Esteri in cui daremo l’ok politico alle sanzioni nei confronti della Russia: quello che è avvenuto ieri con il riconoscimento da parte della Russia delle due repubbliche autoproclamate del Donbass è inaccettabile e l’Italia è assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni“.
“Continueremo a coordinarci con i nostri partner europei, con i nostri alleati, continueremo a lavorare in stretto coordinamento, perché quello che è avvenuto ieri ad opera della Russia sul riconoscimento delle due repubbliche autoproclamate è un gravissimo ostacolo ad una soluzione diplomatica di questa crisi“, ha concluso.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha sottolineato che l’Unione europea è pronta a infliggere alla Russia “massicce e pesanti” sanzioni.
Così come contenuto in una nota congiunta dei presidenti del Consiglio Europeo e della Commissione Charles Michel e Ursula von der Leyen, l’UE sarebbe intenzionata a colpire anche le banche “che stanno finanziando le operazioni militari russe e altre operazioni nei territori” riconosciuti da Mosca.
Dal Cremlino, intanto, non arrivano segnali distensivi. Gli accordi di Minsk-2 sul Donbass “non sono più in agenda: le garanzie di sicurezza ora per la Russia sono la priorità massima“, ha commentato il portavoce Peskov.
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