CATANIA – Continua la protesta organizzata da Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil – seppur pacifica – dei lavoratori stagionali del Consorzio di Bonifica 9 di via Centuripe 1 a Catania, per vedere attuati i loro diritti e mantenute le promesse.
Da 9 giorni, si possono notare due tende da campeggio, pochi viveri e un fantoccio. Sono ancora in attesa di risposte: il motivo è l’incompleta attuazione degli articoli 60 e 61 della legge regionale, in vigore dal 21 aprile 2021.
“I lavoratori dei Consorzi in Sicilia sono circa 400; la richiesta è che vengano applicati gli articolo 60 e 61 della legge regionale che permettono l’attivazione del turnover al 50% dei dipendenti e la stipulazione di contratti a tempo indeterminato“, spiega il segretario generale della Flai Cgil di Catania, Pino Mandrà.
“Gli stagionali a Catania sono 140, i 151nisti sono 85, il resto sono i cosiddetti 78isti. Questa stabilizzazione è attesa da questi lavoratori siciliani da circa 20 anni. Non è possibile attendere ancora“, aggiunge.
“La pazienza è finita, basta bugie. Vogliamo il lavoro. Il tempo delle chiacchiere è finito“. Questo il contenuto degli striscioni che accompagnano il sit-in.
Sul posto questa mattina, diverse auto della polizia e carabinieri per monitorare da vicino la situazione e per evitare che si scaldino troppo gli animi, anche se tutto sembra essere sotto controllo. I protestanti, infatti, intendono avere maggiori sicurezze ma nel rispetto massimo, senza alzare polveroni inutilmente.
Ai nostri microfoni è intervenuto nuovamente Gianluca Lombardo: “Le risposte da parte della Regione ci sono ma ci viene detto sempre ‘Domani‘. Stanno perdendo ancora tempo“.
“Il nostro interlocutore è un funzionario regionale. Abbiamo avuto la videoconferenza con il Dipartimento 4 e, nonostante l’appello anche al Prefetto, si prosegue senza certezze. Che dobbiamo fare con questa ‘patata bollente’? Domani gli hanno dato una sorta di ‘ultimatum‘. Poi in caso ci sposteremo a Palermo“, prosegue.
Si tratta, in ogni caso, ed è bene sottolinearlo, di una protesta del tutto pacifica: “Siamo dei bravi ragazzi. Con tutta l’esasperazione che abbiamo, non vogliamo creare problemi“.
“Io ci ho rimesso una tenda, era per me mia moglie e mio figlio, la dovrò ricomprare“, ironizza un altro dei presenti. La rimozione della tenda, però, si spera in tempi brevi, vorrà dire il raggiungimento degli obiettivi e le richieste andate a buon fine.