SICILIA– L’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza ha già pronta una bozza per il piano che dovrà ridisegnare la sanità siciliana. In ballo ci sono circa 800 milioni di euro che arriveranno tramite il Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Questo documento sarebbe stato già spedito al governo nazionale. Si parla di qualcosa come circa 200 nuove strutture sanitarie di piccola dimensione, utili a far calare la pressione sugli ospedali.
Per la precisione in questa bozza il finanziamento richiesto riguarda 146 case di comunità e 39 ospedali di continuità.
Le case di comunità sono strutture un po’ più grandi di una guardia medica e fornite di reparti di base: la Regione prevede di dotarle di 10 o 15 ambulatori, un punto prelievo, spazi per l’attività diagnostica (radiologia, elettrocardiografia, spirometria, ultrasuoni), sale d’accoglienza e d’aspetto. Il tutto in strutture da 800 metri quadrati in cui opereranno da 30 a 35 medici di medicina generale (anche di notte e nei festivi), almeno 8 infermieri e altrettanti tecnici e amministrativi. La bozza che Razza ha distribuito in commissione prevede di realizzarne 146: 13 nell’Agrigentino, 8 nel Nisseno, 32 nel Catanese, 5 nell’Ennese, 18 nel Messinese, 36 nel Palermitano, 9 nel Ragusano, 12 nel Siracusano e 13 nel Trapanese.
Poi nasceranno gli ospedali di continuità, più grandi e dotati di reparti. Ognuno di questi nuovi mini-ospedali costerà un massimo di 2,6 milioni e dovrà prevedere 20 posti letto in camere da 2 pazienti con un bagno. Sostanzialmente saranno qualcosa in più di un pronto soccorso che svolgerà la sua attività in bacini da 50 mila abitanti: dunque in gruppi di piccoli paesi o cittadine di media grandezza. Vi si potranno effettuare primi interventi (definiti non complessi o a bassa intensità) e ricoveri. Ci sarà anche uno spazio per la riabilitazione. Vi lavoreranno almeno 9 infermieri, un tecnico e un amministrativo, 6 operatori socio sanitari, 1 medico per sette giorni su sette. Il piano di Razza per ora prevede 39 ospedali di comunità: 3 nell’Agrigentino, 2 nel Nisseno, 9 nel Catanese, 1 nell’Ennese, 5 nel Messinese, 10 nel Palermitano, 3 ciascuno nelle province Ragusa, Siracusa e Trapani. Nel Palermitano gli ospedali di comunità nasceranno rifunzionalizzando vecchie strutture a Palazzo Adriano, Petralia, Piana degli Albanesi e Termini Imerese. Più alcuni nel capoluogo.
Nei giorni scorsi lo stesso assessore Razza si era sbilanciato in proposito: “L’opportunità del Pnrr in materia di sanità, con risorse previste per quasi 800 milioni di euro, – aveva detto – è certamente significativa per la nostra Regione e, come per ogni atto di programmazione, merita una adeguata concertazione anzitutto con le forze politiche, con le forze sociali e con i rappresentanti delle categorie. Trattandosi di un atto di programmazione ritengo indispensabile che sia anche accompagnato da una adeguata discussione con il Parlamento, con lo stesso spirito con cui abbiamo lavorato e approvato la nuova rete ospedaliera nel 2019″.
Nel frattempo la Regione si sta muovendo in altri fronti e già qualcosa si è in vesto nei giorni scorsi. È stato ad esempio sottoscritto un protocollo con le organizzazioni di categoria Fimmg, Snami e Smi che consente, su base volontaria, l’adesione da parte dei medici di famiglia a coprire turni straordinari di continuità assistenziale tra Usca e Assistenza primaria in guardia medica. L’obiettivo è un maggiore coinvolgimento dei medici di medicina generale per migliorare la continuità assistenziale nei territori e facilitare i percorsi di uscita dei pazienti affetti da Covid-19.