SICILIA – Tanto tuonò che piovve. L’Assemblea regione siciliana ieri sera ha votato a favore del rinvio delle elezioni di secondo livello in programma il 22 gennaio 2022 per la nomina dei presidenti e consigli delle ex province dell’Isola, dopo l’ok giunto nella giornata di martedì da parte della Commissione parlamentare Affari istituzionali.
La discussione era giunta all’Ars dopo la recente bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, della legge Delrio che aveva avviato l’iter della formazione delle Città Metropolitane e Liberi Consorzi che prevede la coincidenza del sindaco metropolitano con quello del Comune capoluogo.
A surriscaldare gli animi in sala d’Ercole, però, è stata l’approvazione dell’emendamento presentato dalla deputata del M5S, Gianina Ciancio, che prolunga le cariche dei commissari e assegna ai sindaci il controllo delle assemblee.
Furioso l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, presente in Aula, il quale ha definito la norma come “conseguenza della confusione” creata al tempo della riforma voluta dall’allora Governo Crocetta.
“Vi dovete vergognare per questa cosa. Noi siamo completamente contrari, se volete andare al rinvio delle elezioni fatelo. Però, non inserite nuove norme che creano un’indecenza legislativa“, ha concluso Falcone.
La votazione per il rinvio delle elezioni è stato sostenuto non solo dalle opposizioni, ma anche da alcuni degli alleati. Particolare che ha permesso di a chi sta dall’altra parte della “barricata” di puntare il dito contro il Governo regionale.
Lapidario il commento post-voto di Anthony Barbagallo (PD), il quale ha parlato di “crisi all’interno della maggioranza non indifferente (…), noi riteniamo che il Governo debba prendere atto” dell’assenza “di una maggioranza“.
Adesso sarà necessario formulare e approvare una nuova legge elettorale per il riordino della materia. Il voto dovrà essere eseguito entro e non oltre il 31 agosto 2022.
Fonte foto: screenshot video ars.sicilia.it