PALERMO – La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 38enne, residente a Capaci.
L’uomo, segnalato come vicino ad ambienti mafiosi della zona, in particolare per ciò che concerne la gestione del traffico di sostanze stupefacenti nei territori limitrofi a Carini, era già recluso agli arresti domiciliari con il divieto di comunicare con qualsiasi mezzo, sia telefonico che telematico, con persone diverse dalle conviventi.
L’applicazione della pena nasce proprio dalla trasgressione di tale divieto. L’attività di prevenzione e la repressione dei reati, da parte delle forze dell’ordine, oltre che attraverso i classici strumenti di controllo del territorio quali pedinamenti, appostamenti e passaggi su strada, si concretizza anche attraverso una capillare osservazione dei social.
Infatti, sulla scorta proprio del monitoraggio dei social, i poliziotti del commissariato di P. S. “Mondello” sono giunti all’individuazione di commenti, a dir poco inappropriati oltre che vietati dal citato provvedimento, proferiti dall’uomo su un giornale online, attraverso il suo profilo social, a margine della notizia di un evento mondano previsto nella zona di Isola delle Femmine.
L’autorità giudiziaria ha letto nelle dichiarazioni del 38enne il suo tentativo “di rivendicare una funzione di controllo del territorio tramite i social, probabilmente in vista di una più tranquilla e agevole estrinsecazione delle attività criminali in quei territori, oltre che il tentativo di condizionare proprio attraverso i social le coscienze e le comuni opinioni in ambito locale”
È stato così previsto un aggravio della misura cautelare che i poliziotti del commissariato di P.S. “Mondello” hanno eseguito nei giorni scorsi. L’uomo risulta recluso presso una casa circondariale del capoluogo.
Occorre però precisare che il destinatario della misura restrittiva è indiziato in merito ai reati contestati e che la sua posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una, eventuale, sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.
Foto di Repertorio