CATANIA – L’ennesimo parossismo dell’Etna, iniziato nel pomeriggio di ieri, e la ricaduta di cenere soprattutto, hanno risvegliato i malumori di molti. A lanciare un appellato disperato è stato il primo cittadino di Milo, Alfio Cosentino. Successivamente è intervenuto il Governatore Nello Musumeci.
“Una nuova e fittissima pioggia di cenere vulcanica sta cadendo su molti comuni del versante ionico siciliano, Giarre e Riposto in particolare – dichiara il presidente della Regione Siciliana -. Mentre ancora i boati del Vulcano, dove è in corso l’ennesimo evento parossistico, non si placano, sono già evidenti i danni enormi che lapilli e cenere stanno provocando. E domani sarà, di nuovo, conta dei danni.
L’abbiamo detto e ripetuto: non si tratta di un fenomeno sporadico, questi ‘episodi’ sono sempre più frequenti e non possono essere gestiti come occasionale emergenza. È necessario che il Dipartimento Protezione civile nazionale e il governo di Roma facciano un ulteriore sforzo finanziario e intervengano su Bruxelles affinché l’Unione europea riconosca finalmente questo fenomeno come calamità nazionale e autorizzi un Piano che ci consenta di dare risposte immediate e congrue a sindaci e cittadini, ancora oggi costretti da sette mesi ad affrontare una emergenza che è diventata routinaria“.
Nuovo aggiornamento dall’Ingv
Intanto dall’Ingv è arrivato alle 5,58 un nuovo aggiornamento: “L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che l’attività esplosiva al CSE è cessata. I flussi lavici sono in raffreddamento. L’ampiezza del tremore attualmente risulta su livelli medio-alti. Le sorgenti del segnali vengono localizzate a SE del cratere SE. L’attività infrasonica è essenzialmente cessata.
Si sono esaurite le deformazioni del suolo registrate alla rete clinometrica che ha evidenziato, durante la fontana di lava, variazioni fino a circa 2 microradianti alla stazione di Cratere del Piano (ECP)“.
Fonte foto Valenti Ingv