RIPOSTO – Sono complessivamente 5 le ditte incaricate dal Comune di Riposto (Catania) e che hanno dislocato sei squadre di pronto intervento per fronteggiare l’emergenza cenere vulcanica, dopo l’ennesima pioggia di lapilli avvenuta nella notte tra il 31 luglio e l’1 agosto.
Su direttive del sindaco, Enzo Caragliano, e con il coordinamento dell’ing. Orazio Di Maria (ufficio comunale Protezione Civile), già dalle prime luci dell’alba le imprese incaricate per lo spazzamento – e raccolta dei sacchetti – sono entrate in azione in alcuni dei punti maggiormente critici: il lungomare Pantano, da Torre sino a Riposto (direzione nord), il viale Amendola, piazza del Commercio e strade adiacenti e lungo la via Toti che attraversa l’abitato della frazione di Carruba.
Una ditta delle 5 incaricate si sta invece occupando delle operazioni di spianamento di un’area che ricade in contrada Gancia, individuata come centro di stoccaggio della cenere, sulla cui superficie verrà collocato un telone protettivo impermeabilizzato.
Il sindaco di Riposto afferma che “le ditte andranno avanti a oltranza – nello spazio di una decina di giorni – nelle operazioni di pulizia su tutto il territorio, ripristinando le necessarie condizioni di sicurezza sulle strade ai fini della piena fruibilità degli assi viari. Ai cittadini ricordo che, purtroppo, ci stiamo abituando ai continui parossismi dell’Etna, fenomeni che si prolungano dallo scorso febbraio. Sono state già impegnate somme importanti e la buona notizia è rappresentata dal fatto che il Comune non andrà in sofferenza economicamente avendo ottenuto dallo Stato i ristori economici a copertura delle spese effettuate nei mesi scorsi“.
“Spero che per il futuro si possano ottenere le ulteriori provvidenze per gestire al meglio l’emergenza“, prosegue nella consapevolezza che “l’Etna esisteva prima dell’uomo e i suoi fenomeni parossistici si susseguono senza soste – in questo senso conclude Caragliano -. Assieme agli altri sindaci del territorio abbiamo chiesto di recente alla Regione e allo Stato perché si predisponga l’attivazione di un parco mezzi di pronto intervento per la rimozione della cenere“.
Il sindaco Caragliano, infine, intende scrivere al ministero dell’Agricoltura chiedendo ove possibile di sostenere con sussidi economici gli agricoltori locali per i danni patiti in questi mesi in seguito ai reiterati fenomeni eruttivi con la conseguente caduta di sabbia vulcanica sui raccolti.