ITALIA – A partire dal prossimo 6 agosto, dopo giorni di dibattito politico ancora ampiamente infuocato, entrerà in vigore in Italia l’uso del Green Pass per accedere a ristoranti e bar al chiuso, palestre, piscine, centri benessere, parchi divertimento, cinema, teatri e musei.
Gli italiani sono così invitati a vaccinarsi al fine di poter tornare alla “normalità” senza evitare una catastrofe sanitaria. In questi giorni, però, si è sollevato un grande polverone relativo a una categoria di cittadini italiani, ovvero quelli residenti all’estero. Molte associazioni di italiani residenti fuori dal Bel Paese hanno sollevato il problema di chi ha ricevuto il vaccino in uno Stato estero e sull’impossibilità, quindi, di poter ottener il pass al rientro in Italia.
Vediamo, quindi, quali sono le soluzioni per poter ottenere la certificazione digitale verde per tutti coloro che risiedono fuori dal territorio italiano.
Come immaginabile, i residenti in uno dei paese membro dell’Unione Europea o dell’accordo EFTA (ovvero Svizzera, Norvegia, Liechtenstein e Islanda) sono quelli che non avranno grandi difficoltà nell’accesso ai vari servizi nei quali è obbligatorio l’uso del Green Pass. Infatti, come previsto dall’UE e dal Ministero della Salute, tutti i certificati verdi rilasciati nei paesi dell’Unione e dell’Accordo di libero Scambio (EFTA) ricevono automatica equipollenza.
Al di fuori dell’area Schengen, però, sono molte le comunità di cittadini italiani, una delle maggiori si trova in Regno Unito, fuoriuscito dall’UE nel 2020. Negli scorsi giorni proprio i nostri connazionali residenti in suolo britannico avevano sollevato la problematica del mancato riconoscimento del pass vaccinale dell’NHS Britannico.
Fortunatamente, però, dopo ore di tensione, il Ministero della Salute ha provveduto a riconoscere l’equipollenza del certificato di immunizzazione rilasciato in Regno Unito (comprendente anche le autorità sanitarie dell’Isola di Man, dell’Isole del Canale e basi britanniche sull’Isola di Cipro).
Ricordiamo, infatti, che nel Paese d’oltremanica la vaccinazione sta proseguendo in modo costante, con oltre il 70% della popolazione adulta che ha concluso il ciclo vaccinale. Il riconoscimento da parte del Ministero della Salute è potuto avvenire, per quando secondo alcuni in molto ritardo, abbastanza agevolmente in quanto i vaccini somministrati in Regno Unito sono gli stessi approvati dall’Agenzia Europea del Farmaco.
L’equipollenza entrerà ufficialmente in vigore a partire da domani, 2 agosto. È bene ricordare, però, che il Governo, nonostante il riconoscimento delle immunizzazioni in suolo britannico, non ha eliminato la mini-quarantena di 5 giorni, obbligatoria per tutti coloro che arrivano da UK. Per gli italiani che vanno in Inghilterra, invece, non sarà più obbligatorio l’isolamento di 10 giorni se si è concluso il ciclo vaccinale.
Oltre alla Gran Bretagna, neo aggiunta alla lista delle equipollenze, il Ministero della Salute equipara anche le vaccinazioni avvenute negli Stati Uniti d’America, Canada, Giappone e Israele. Anche in questo caso il riconoscimento è avvenuto in quanto nei Paesi in questione si somministrato vaccini approvati dall’EMA.
La certificazione, come previsto dall’articolo 7 dell’Ordinanza Ministeriale emanata negli scorsi giorni, potrà essere presentata sia in modo digitale
Complicazione ben più ampie sono invece quella per tutti gli italiani che risiedono all’Estero e che hanno sono stati immunizzati con vaccini non riconosciuti dall’AIFA, come avviene a San Marino dove si inocula lo Sputnik. Queste persone, al momento, si trovano in un limbo la cui via di uscita sembra al momento molto molto lontana.
Per loro, come per tutti i restanti italiani che vivono all’Estero e non sono vaccinati, l’unica soluzione per poter continuare ad aver accesso a tutte le attività che richiedono il Green Pass è, come previsto dalla normativa vigente, effettuare un tampone molecolare o antigenico. Quest’ultimo, però, garantirà solo un pass provvisorio dalla durata di 48 ore.
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