CATANIA – Ha tracciato un preciso racconto della sua, sinora breve vista l’età, avventura politica il deputato regionale Toti Lombardo nel giorno delle sue dichiarazioni spontanee nel corso del procedimento per voto di scambio in cui è imputato con il padre Raffaele, presente anch’egli in aula.
Al giudice Laura Benanti Toti Lombardo ha raccontato l’humus in cui nacque la sua candidatura alle regionali e la sensazione che, sin dalle prime battute, sarebbe stata vincente e quindi non bisognosa di “aiuti”.
“La mia elezione – ha spiegato Lombardo – veniva data come acquisita. Nonostante le ironie e i nomignoli che circolavano su di me ero comunque il figlio del presidente uscente, fondatore dell’Mpa e punto di riferimento di dirigenti ed elettori”.
Il deputato regionale ha spiegato che lo zio Angelo Lombardo non l’ha sostenuto perché “non si voleva far passare la candidatura per un affare di famiglia”.
“Ho svolto la campagna elettorale da privilegiato – ha detto al giudice Toti Lombardo – e non avevo la necessità sfrenata di cercare consensi. Non sono un trota e ho incontrato la gente per abbattere il muro di pregiudizio che c’era”.
Sui rapporti con Ernesto Privitera Lombardo – come ha spiegato anche il padre nelle sue dichiarazioni spontanee – ammette una conoscenza che risale molto indietro nel tempo, sin da quando era ancora un bambino.
Al termine dell’udienza i pm Rocco Liguori e Lina Trovato hanno fatto acquisire agli atti delibere e decreti assessoriali relativi all’ampliamento della discarica di Motta gestita dalla Oikos e un’altra invece, di revoca all’allargamento emanata dall’attuale governo regionale.
La prossima udienza è stata fissata per il 14 maggio e verranno sentiti diversi testimoni su richiesta della difesa ai quali è stato aggiunto in ultimissima battuta anche l’ex sottosegretario Pippo Reina.