PALERMO – Il Questore del capoluogo siciliano ha vietato “la celebrazione del funerale in forma solenne e di ogni forma di pubblica commemorazione” di Emanuele Burgio, il 25enne ucciso domenica scorsa alla Vucciria di Palermo.
“Intorno alle ore 21 – si legge in una nota della Questure di Palermo – gli agenti della Polizia di Stato, coadiuvati da personale dei vigili del fuoco, hanno provveduto tempestivamente in sicurezza alla rimozione del poster” apparso nel quartiere in occasione dei “funerali clandestini” che si sono svolti su organizzazione di alcuni amici del ragazzo defunto.
“È attualmente al vaglio il monitoraggio di telecamere presenti nella zona per verificare eventuali ulteriori manifestazioni estemporanee che abbiano violato le citate prescrizioni per valutarne la rilevanza penale“, si legge ancora.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, il ragazzo sarebbe stato assassinato a seguito di un alterco durato diversi giorni a causa di un incidente stradale con Giovanni Battista Romano, una delle tre persone fermate con l’accusa di omicidio.
Intanto, la salma del giovane si trova ancora nella camera mortuaria del Policlinico di Palermo, dove è stata sottoposta ad autopsia. In base agli accertamenti, Burgio sarebbe stato centrato in pieno da tre colpi d’arma da fuoco.
Uno di questi, avrebbe raggiunto il cuore del ragazzo, spirato poco dopo nonostante il disperato trasferimento in ospedale e il successivo intervento dei sanitari.
Proseguono intanto le indagini da parte della polizia. Al vaglio, al momento, le motivazioni che avrebbero portato alla morte del giovane. L’ipotesi del banale diverbio, così come riportato in precedenza, non sembrerebbe convincere pienamente gli inquirenti.
Fonte foto: Facebook – Emanuele Burgio