CALATAFIMI SEGESTA – “Speriamo bene, speriamo di riaprire al più presto per tutti e, soprattutto, per i nostri giovani“. Inizia così la nostra intervista all’archeologa Rossella Giglio, direttrice del Parco archeologico di Segesta dove, di recente, è stata condotta una campagna di scavi che ha riportato alla luce l’antico ingresso monumentale all’agorà.
Dalla voce della direttrice si percepisce la passione e l’impegno spesi per far rivivere questo grande museo a cielo aperto e tirare a lucido le meravigliose architetture, in attesa della riapertura al pubblico dopo mesi di chiusura a causa dell’emergenza Coronavirus.
Nel 2018 l’autonomia del Parco
Il Parco archeologico di Segesta è diventato autonomo nell’estate del 2018 su spinta della giunta regionale. Da quel momento, la direzione ha messo in atto una serie di attività per rendere totalmente effettiva l’autonomia finanziaria.
“Non è stato semplice, è stato creato tutto quando il Parco di Segesta era un ramo periferico dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali. Lo è ancora, ma dal punto di vista amministrativo ora è autonomo. Abbiamo fatto tutto quello che era necessario fare, dalla progettazione alle gare d’appalto e i regolamenti“, dichiara la direttrice Giglio.
“Finalmente – prosegue – abbiamo potuto realizzare quanto in progetto e appaltato in questi ultimi mesi. Sono finanze del Parco dedicate agli aspetti più indispensabili, le prime cose che si fanno ‘in casa’. Abbiamo pensato prima di tutto alle persone, quindi alle divise del personale, alla sicurezza e alla parte sanitaria“.
Gli scavi e i progetti
“Dopodiché, abbiamo cominciato con i lavori. Ciò significa rendere visibili le cose che già ci sono. Abbiamo attrezzato e restaurato un edificio, lo Stazzo dove stavano le pecore che negli ultimi tempi era stato adibito a magazzino. Entro un mese, poi, faremo una piccola esposizione archeologica per presentare il mito e la storia di Segesta ai turisti“.
“Come sappiamo – sottolinea Rossella Giglio – Segesta è un museo a cielo aperto. Per i turisti abbiamo fatto anche le pensiline, stiamo realizzando la nuova biglietteria. Abbiamo installato persino agli attacchi con caricabatterie a energia solare per i cellulari“.
“Poi abbiamo pensato ai percorsi“, continua. “Salendo, verso il teatro, ci sono le colline con l’Acropoli sud e l’Acropoli nord. La prima si trova nell’abitato dove negli anni ’90 era stato fatto una scavo dove era stata trovava la Casa del Navarca, con le mensole a forma di prua di nave con il rostro, esempio di abitazione di età ellenistica molto importante“.
“I turisti potranno visitare il cantiere”
“L’Acropoli nord si trova dove c’è l’agorà, per andare poi verso gli edifici pubblici e il teatro. Abbiamo fatto due circuiti anulari sulla sommità delle colline. A maggio cominceremo gli scavi nell’abitato, sarà possibile anche visitare il cantiere. Nel momento in cui ci sarà lo scavo aperto, i turisti potranno ammirarlo“.
“A nord abbiamo concluso il mezzo circuito fatto qualche anno fa, c’è una passerella che recentemente si percorreva per uscire dal teatro e noi abbiamo chiuso questo cerchio. Abbiamo segnato questo percorso antico perché c’erano delle strutture parzialmente visibili, abbiamo scavato e abbiamo trovato gli ingressi che in antichità consentivano di accedere alla piazza e di andare verso i monumenti pubblici“.
Tutela e valorizzazione
Per diverso tempo, parte dell’antica polis di Segesta è rimasta nascosta agli occhi del mondo. Fortunatamente, grazie all’autonomia finanziaria del sito archeologico, è stato possibile accelerare notevolmente i tempi dei lavori e svelare le meraviglie del sito.
“La concomitanza tra emergenza e autonomia del parco sono una casualità fortuita“, precisa l’archeologa. “Noi abbiamo scelto cosa fare e abbiamo agito. In precedenza, invece, bisognava trovare un finanziamento della Comunità Europea e si sarebbe aspettato molto tempo. Adesso è il tempo della valorizzazione perché il Parco è autonomo. Non facciamo solo tutela dei monumenti, ma dobbiamo pensare anche a valorizzarli“.
“A Segesta gestiamo gli spettacoli in prima persona”
L’autonomia finanziaria, il tal senso, concede al Parco di Segesta stesso di progettare un proprio calendario di eventi senza dover attendere altre mediazioni: “Fin da subito abbiamo gestito gli spettacoli in prima persona. In precedenza erano gestiti dall’Assessorato dei Beni Culturali che concedeva finanziamenti al Comune di Calatafimi, il quale poi organizzava eventi diversi. Ora è la direzione del parco che ha assunto l’organizzazione degli spettacoli“.
“Noi – sottolinea la direttrice – abbiamo scelto anche una linea di spettacoli, facciamo scelte culturali consone al luogo“. In questo modo, il Parco archeologico è in grado di differenziare l’offerta culturale rispetto ad altri grandi siti culturali siciliani come Siracusa e Taormina.
“A Siracusa è l’Istituto Nazionale di Dramma Antico a organizzare gli eventi, anche a Taormina si fanno eventi che vengono organizzati dall’esterno. Noi, invece, facciamo una stagione con un direttore artistico. Scegliamo tutti i titoli degli spettacoli, così come la musica. Le persone sanno che, venendo tutti i giorni a Segesta, troveranno una cosa diversa“, ribadisce Rossella Giglio.
Segesta aspetta i giovani
In attesa di poter finalmente dire “a mai più rivederci” alla pandemia, il Parco archeologico di Segesta si prepara ad accogliere anche i più giovani. In particolare, il desiderio primario è quello di poter riabbracciare le classi studentesche.
La direttrice Giglio racconta di aver cominciato “già tra 2018 e 2019 tantissime conferenze. Addirittura, dovevamo scegliere i nostri utenti perché non avevamo tanti spazi. Eravamo pienissimi di ragazzi, un giorno veniva una scuola il successivo un’altra. È stata una grande gioia perché abbiamo avuto grandissimo riscontro“.
“Ci siamo poi attrezzati con i Comuni di Calatafimi Segesta e di Salemi di avere dei locali adibiti per fare archeologia e restauro in base all’età dei bambini e al tipo di preparazione. Poi l’anno scorso ci siamo fermati, non facciamo più niente da un anno“, osserva.
“Ora riprendiamo gli scavi, già a settembre abbiamo ricominciato gli scavi a Entella. A maggio la Scuola Normale di Pisa verrà con gli studenti e a fine aprile comincerà lo scavo all’Acropoli sud. Con il problema del Covid non possiamo fare niente. Avevo pensato di far venire le scuole ma non è possibile. Speriamo in autunno“.
Il Parco nel nome di Sebastiano Tusa
Passeggiando tra le antiche vestigia di Segesta, poi, non si può non rivolgere un pensiero al compianto Sebastiano Tusa, archeologo e assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana scomparso prematuramente due anni fa. Proprio Tusa, infatti, fu uno dei principali promotori per la creazione del Parco archeologico.
“Io ero collega di Sebastiano Tusa“, racconta Rossella Giglio. “Ho lavorato anche in sua memoria secondo quanto concordato prima della sua scomparsa. Mi chiamò subito, appena divenne assessore, per istituire il Parco archeologico“.
“Sono stata fortunatissima a trovare anche l’assessore Samonà che mi è stato di grandissimo e valido aiuto. Prendere questi impegni così importanti non è semplice, avere una parte amministrativa che condivide e che appoggia è fondamentale. Spero di aver coinvolto il territorio e l’economia“, conclude la direttrice del Parco archeologico.
Si ringrazia per le foto la direttrice del Parco Archeologico di Segesta, Rossella Giglio