Quasi un mese dopo la Pasqua cattolica, il 2 maggio, si festeggerà la Pasqua ortodossa: così come per i cattolici, si tratta di un momento centrale di fede, preceduto dalla Settimana Santa e che culmina con la resurrezione di Cristo.
Ma non è soltanto questo: la celebrazione rivela il mistero dell’ottavo giorno, che equivale all’eternità. Secondo la Genesi, infatti, i 7 giorni corrispondono alla settimana di creazione dell’universo e, quando si verificherà la fine del mondo, Dio darà inizio all’ottavo giorno. Ecco spiegata la valenza della Pasqua ortodossa come resurrezione di Gesù ma anche dell’umanità intera.
Due date differenti
Come mai si verifica questo slittamento di date tra la nostra Pasqua e quella ortodossa? Tutto dipende dai calendari utilizzati (Gregoriano e Giuliano) e dal giorno di partenza differente.
Per gli ortodossi, infatti, la Pasqua cade esattamente la prima domenica dopo l’equinozio di primavera, mentre per i cattolici la domenica successiva alla prima luna piena di primavera. Nel primo caso può cadere tra il 4 aprile e l’8 maggio, nel secondo tra il 22 marzo e il 25 aprile.
Durante il Consiglio Ecumenico delle Chiese, nel 1997, fu proposto di far coincidere le due date, ma l’idea non vide mai la luce. Rimase, infatti, lettera morta oltre che una questione molto dibattuta per la Chiesa Cristiana.
“È stato a lungo riconosciuto che celebrare questo aspetto fondamentale della fede cristiana in date differenti offre una testimonianza divisa e compromette la credibilità e l’efficacia delle chiese nel portare il Vangelo nel mondo“, afferma il Consiglio ecumenico delle Chiese.
La Settimana Santa per gli ortodossi
Momento clou prima della Pasqua è rappresentato dalla Settimana Santa, durante la quale si organizzano cerimonie, processioni, liturgie e quant’altro. A dare il via c’è la Domenica dei Salici (corrispondente alla nostra Domenica delle Palme): l’iter è simile, dato che si distribuiscono dei rametti di salice benedetto da conservare a casa durante tutto l’anno.
Poi, subentra la preghiera, il raccoglimento, il digiuno rinunciando, oltre che alla carne, anche al latte, al pesce e all’olio vegetale. Il Lunedì santo il patriarca russo benedice il crisma che verrà usato per il battesimo, la cresima e l’unzione degli infermi.
Il Mercoledì santo è la prima ricorrenza della Settimana Santa, Giovedì santo si ripercorrono alcuni passi del Vangelo riguardanti la Passione di Cristo e si decorano le uova. Il Venerdì Santo, quindi, inizia la “compieta santa” e si ricorda la morte di Gesù fino alla sua Deposizione. Si espone anche un lenzuolo con la raffigurazione del Cristo deceduto in croce e il tutto ha termine con la “sepoltura” del sudario, che viene portato all’altare.
Il Sabato Santo vengono fatte benedire le uova (preparate giorni prima), c’è agitazione e frenesia nell’aria per ottimizzare al meglio i tempi in vista della Pasqua: a mezzanotte i fedeli si riuniscono, accendono ognuno il proprio cero e seguono la croce portata in processione. Si sentono le campane suonare e i presenti si abbracciano tre volte: così inizia la liturgia pasquale che dura tutta la notte fino all’alba.
Si arriva, quindi, alla Domenica di resurrezione con la condivisione di emozioni, sensazioni, piatti e tradizioni. Ma non è tutto: la mattina le famiglie si recano sulla tomba di un parente, dove consumano il pranzo. Inoltre, si svolge la nota battaglia delle uova: i presenti cercano di colpire l’uovo del vicino e si proclama il vincitore. I successivi 40 giorni dopo la Pasqua, come da tradizione, si saluta chi si incontra esclamando: “Cristo è risorto” e si risponde con “Veramente è risorto“.
I simboli della Pasqua ortodossa
Tanti sono i simboli della Pasqua ortodossa: una tradizione fedele e che affonda le sue radici nei secoli. La prima riguarda i cibi da “evitare” durante la Quaresima che vengono, invece, portati per essere benedetti prima del giorno di Pasqua.
Dentro i cestini troviamo uova, carne, formaggio e Kulich, un dolce realizzato proprio con quegli alimenti che – prima della domenica – non si mangiavano per penitenza. Solo dopo la Liturgia Divina, poi, si possono assaporare tali prodotti e consumare il Kulich è il segno tangibile che la passione e il digiuno sono finiti. La tradizione riguarda essenzialmente la cultura slava, mentre in Grecia, invece, prediligono portare a tavola la zuppa d’agnello.
Ancora, si benedice un pane chiamato Artos, consacrato al termine della Messa di Pasqua e che reca sopra l’immagine della croce. Il sabato successivo, il pane si condivide con la gente presente.
Ricetta Kulich
Buono e particolare, come detto, il Kulich è il dolce tipico della Pasqua ortodossa. Siete ancora in tempo per “trasportare” direttamente sulle vostre tavole tutto il gusto di una tradizione secolare. Ecco a voi la ricetta per prepararlo in casa, per un risultato homemade garantito.
Ingredienti
- 2 bustine di lievito in polvere;
- 1,5 kg di farina
- 3/4 di di cucchiaino di zucchero;
- 350 mg di zucchero a velo;
- 5 tuorli d’uovo;
- 300 ml di latte intero, bollito e poi lasciato raffreddare;
- 225 g di burro, fuso e poi lasciato raffreddare;
- 2 albumi montati a neve;
- 6 pistilli di zafferano diluiti in 2 cucchiai di rum;
- 2 tazze di frutta candita;
- 1/3 di tazza di mandorle tritate;
- q.b. burro;
- miscela di tuorlo d’uovo, olio e acqua;
- 2 tazze di glassa di zucchero.
Preparazione
- Per prima cosa imburrate i barattoli di alluminio e rivestiteli con carta forno;
- In una ciotola mettete i tuorli d’uovo, 6 cucchiai d’acqua, un cucchiaio di zucchero e la farina. Mettete da parte;
- Sbattete i tuorli e lo zucchero;
- Aggiungete latte, farina, sale e impastate;
- Inserite anche il lievito alla miscela e il burro fuso;
- Lasciate riposare l’impasto per due minuti (se è necessario, aggiungete farina);
- Incorporate gli albumi montati a neve e la miscela di zafferano e rum;
- Quando l’impasto sarà omogeneo aggiungete la frutta candita e le mandorle;
- Lasciate lievitare per 2-3 ore;
- Lavorate l’impasto e procedete alla seconda lievitazione per altre 2 ore;
- Mettetene una leggera quantità nei barattoli riempendoli poco più della metà;
- Tenete da parte un po’ d’impasto, copritelo e lasciatelo lievitare un’ora;
- Preriscaldate il forno a 180°C;
- Con l’impasto rimasto create delle stringhe e posatele in cima a ogni stampo formando una croce;
- Infornate e lasciate cuocere per 15-20 minuti a 180°C, poi innalzate a 200°C;
- Una volta cotto, lasciatelo raffreddare e, per la decorazione, potete coprirlo con della glassa inserendo anche della frutta candita e mandorle. Una vera delizia!