CATANIA – Questa mattina, su delega della locale Procura della Repubblica, la Squadra Mobile di Catania ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania nei confronti di: Sebastiano Bellardita (70 anni), Giovanni Drago (29 anni), Rosario Drago (58 anni), Lorenzo Giuffrida (51 anni), Sebastiano Giuffrida (28 anni), Michele Lombardo (45 anni), Felice Pollicano Campisi (40 anni). I soggetti in questione sono ritenuti responsabili a vario titolo e in concorso tra loro di rapina aggravata.
L’operazione di polizia giudiziaria è scaturita da un’articolata indagine, condotta dalla Squadra Mobile – Squadra Antirapine avviata nel mese di giugno 2020 a seguito di una violenta rapina subìta da un autotrasportatore nella zona industriale di Catania.
Fin dalle fasi iniziali delle indagini, in relazione alla caratura criminale dei soggetti coinvolti, è apparso evidente che si aveva a che fare con un gruppo ben organizzato che vantava una lunga esperienza criminale nel settore. Si è accertato, infatti, come il gruppo, in cui ciascuno ricopriva un ruolo ben definito, avesse come target esclusivo gli autotrasportatori impegnati nella distribuzione di ingenti quantitativi di prodotti alimentari che venivano selezionati tramite una tecnica collaudata che richiedeva anche diverse settimane di osservazione per studiarne orari, percorso e tabella di marcia, riducendo al minimo il margine di errore nella esecuzione del colpo.
La fase successiva era quella del materiale “assalto”, in cui gli indagati agganciavano le vittime prevalentemente lungo la tangenziale del capoluogo etneo, anche in presenza di forte affluenza di traffico, e, dopo un breve pedinamento con mezzi con targhe contraffatte, sbarravano la strada all’autoarticolato che era costretto a fermarsi in mezzo alla carreggiata. Ottenuto il comando del mezzo, la vittima veniva minacciata con una pistola, privata del suo telefono cellullare e incappucciata per evitare che vedesse e memorizzasse il percorso effettuato per raggiungere il luogo prescelto per il trasbordo della merce.
Durante le operazioni di scarico della merce, che richiedevano anche diverse ore, la vittima era tenuta in ostaggio da uno dei complici che lo costringeva a rimanere immobile minacciandolo con una pistola. Concluse l’attività delittuosa, l’autotrasportatore veniva incappucciato e abbandonato lontano dal luogo della rapina.
In tale strutturato modus operandi, è apparso singolare che il gruppo utilizzasse dei dissuasori di onde elettromagnetiche, in gergo denominati jammer che, una volta azionati, inibivano l’attivazione del sistema di localizzazione satellitare presente sull’autoarticolato, rendendo di fatto impossibile ricostruire ex post il tragitto effettuato dal mezzo.
Il 18 settembre del 2020, nel corso dell’attività investigativa, in occasione della rapina commessa a un altro autotrasportatore, alcuni degli indagati sono stati arrestati in flagranza nel momento in cui stavano effettuando il trasferimento della merce su altro mezzo.
In tale contesto, al gruppo criminale sono state sequestrate le attrezzature necessarie per commettere le rapine, ossia due inibitori di segnale, una pistola a salve, passamontagna e guanti da lavoro. Al termine delle formalità di rito, gli indagati sono stati portati in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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