CATANIA – La Polizia di Stato del capoluogo etneo ha arrestato i pregiudicati:
- Rosario Drago, 57 anni;
- Giovanni Drago, 28 anni;
- Lorenzo Giuffrida, 50 anni, in atto sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di Pubblica Sicurezza con obbligo di soggiorno;
- Mauro Panè, 45 anni;
- Luigi Laudani, 57 anni;
- Michele Lombardo, 54 anni;
- e l’incensurato Francesco Lo Vecchio, 52 anni.
Tutti sono ritenuti responsabili del reato di rapina aggravata e sequestro di persona in concorso tra loro.
Nella notte tra il 17 ed il 18 settembre scorso, personale della Squadra Mobile di Catania, Squadra Antirapina, a seguito di un mirato servizio volto a reprimere la recrudescenza dei reati predatori ed in particolare le violente rapine ad autotrasportatori, ha intercettato e pedinato a distanza due auto sospette, una delle quali con targa alterata, che stavano tallonando un autoarticolato di un nota impresa attiva nel settore alimentare sulla tangenziale di Catania.
Il sospetto degli investigatori si è poi tramutato in realtà quando alcuni degli occupanti dei veicoli sono riusciti in brevissimo tempo a bloccare il tir ed a salire a bordo, sotto la minaccia di un’arma, sequestrando il malcapitato autotrasportatore.
I criminali si sono quindi diretti, utilizzando una tecnica di “staffetta”, atta ad eludere la presenza di eventuali pattuglie delle Forze dell’Ordine, all’interno di un deposito sito nella zona industriale della città etnea.
Gli operatori della Squadra Mobile dopo avere circondato il perimetro della struttura hanno deciso di fare irruzione all’interno del capannone ed hanno sorpreso i malviventi mentre ancora erano in procinto di scaricare la merce contenuta nel camion tenendo in “ostaggio” il conducente.
Contestualmente una pattuglia della squadra Antirapina ha provveduto a bloccare uno dei criminali coinvolti il quale effettuava delle “ronde” nella zona interessata al fine di avvisare i propri complici in caso di presenza di autovetture delle Forze di Polizia.
L’operazione ha quindi permesso di liberare la vittima, recuperare l’intera refurtiva e arrestare tutti i soggetti coinvolti. Gli arrestati sono stati quindi condotti in carcere in attesa di determinazioni dell’autorità giudiziaria.