CANICATTÌ – Ora è ufficiale, il giudice di Canicattì (Agrigento), Rosario Livatino, assassinato dalla Stidda il 21 settembre del 1990, sarà beato. Livatino, morto a soli 37 anni per mano della mafia, è stato giudice di Canicattì ed è morto proprio mentre si stava recando a lavoro. Quel giorno dovevano essere decise le misure di prevenzione da adottare nei confronti di 15 boss di Palma di Montechiaro. Non aveva la scorta perché non voleva, come lui stesso diceva, che altri padri di famiglia morissero per causa sua. Il giovane magistrato era di profonda fede cristiana e ieri la sua casa di Canicattì, ubicata in via Regina Margherita 166, è diventata Casa della Memoria.
Dal 10 dicembre sarebbe iniziato l’iter di beatificazione per Rosario Livatino. Papa Francesco, infatti, ha ricevuto giorni addietro l’arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro. Di Livatino, nato a Canicattì il 3 ottobre 1952, la Santa Sede ha infatti riconosciuto il martirio “in odium fidei” (in odio alla fede). La cerimonia di beatificazione si dovrebbe tenere ad Agrigento il prossimo anno. Ancora non si conoscono ulteriori dettagli su una data ufficiale.
È questo il contenuto di un decreto di cui papa Francesco ha autorizzato la promulgazione, nel corso di un’udienza col cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione per le Cause dei santi. Livatino è il primo magistrato beato nella storia della Chiesa cattolica.
“Pochi minuti fa è arrivata la notizia che da tempo aspettavamo. Dopo il rincorrersi di voci, finalmente c’è l’ufficialità: il Santo Padre, Papa Francesco, ha promulgato il decreto che proclama Beato il nostro Rosario Angelo Livatino“, scrive su Facebook il sindaco di Canicattì, Ettore Di Ventura.
“Il faro di Fede e Giustizia acceso dal suo martirio per mano mafiosa, illuminerà per sempre la nostra Città. Per tutti noi è la chiamata a una grande responsabilità: seguire il suo esempio di vita e sacrificio, nella quotidianità delle nostre azioni. Ma non posso non rimarcare che la beatificazione del giudice Livatino rappresenta una ineguagliabile opportunità per la nostra Città. Un’opportunità da cogliere con rispetto e condivisione. Rispetto principalmente per la sua luminosa memoria e per l’affetto della sua famiglia e dei suoi amici“, la gioia del primo cittadino.
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