MINEO – Il pentolone del Cara di Mineo sta facendo emergere particolari sempre più inquietanti con un sistema di gestione dell’emergenza migranti appiattito in base a interessi particolari.
Il deputato nazionale del Pd Giuseppe Berretta è intervenuto per chiedere con forza che “si ponga fine a questo sistema e che si faccia chiarezza sulle responsabilità della politica nella gestione del Cara”.
Berretta non risparmia nemmeno il proprio partito: “Anche il Pd deve dare risposte concrete alle segnalazioni, agli allarmi, agli scandali, alle inchieste della magistratura e alle denunce pubbliche, come quella del sindaco di Ramacca Franco Zappalà, prendendo le distanze da un sistema per nulla trasparente e da chi lo ha sfruttato”.
Il deputato ha ricordato l’approvazione di un documento – avvenuta nel corso dell’ultima direzione provinciale – in cui si chiede “lo scioglimento e il commissariamento del Consorzio che gestisce il Cara di Mineo”.
“A seguito delle dichiarazioni del procuratore Verzera – spiega Berretta – sulla pericolosità del modello Cara Mineo, un centro di dimensioni spropositate al cui interno accade di tutto, solleciterò ancora una volta il ministero dell’Interno a dare risposte precise alle domande che abbiamo posto in questi mesi al ministro Alfano: non solo sui criteri di assegnazioni degli appalti, sull’operato del Consorzio che gestisce il Cara, sul ruolo di Luca Odevaine nella commissione di gara e su tutto il meccanismo che ha trasformato il dramma dell’emergenza immigrati in un sistema affaristico – conclude Berretta – È necessario infatti rivedere il sistema dell’accoglienza per porre fine agli sprechi, alla possibilità che abbiano il sopravvento fenomeni di corruzione e infiltrazioni mafiose, favorendo invece la creazione di centri di accoglienza di dimensioni ridotte, in cui sia possibile verificare il rispetto dei diritti umani e dare vita a politiche di integrazione reali”.