RIPOSTO – La lite per la coda e il tentato omicidio al Conforama: ha un nome ed è stato assicurato alla giustizia l’autore della sparatoria avvenuta ieri a Riposto, nel Catanese.
Chi è l’arrestato
I carabinieri del Nucleo Radiomobile della compagnia di Giarre hanno arrestato il 19enne Riccardo Guarrera, di Giarre, poiché ritenuto responsabile di tentato omicidio e porto illegale di arma clandestina.
La dinamica
Il fatto reato è accaduto all’interno del centro commerciale “Conforama” di in contrada Rovettazzo a Riposto, luogo in cui, a seguito di una lite scaturita per futili motivi con una commessa del negozio di telefonia operante all’interno dell’ipermercato.
Il litigio sarebbe riconducibile all’insofferenza per la coda formatasi per il rispetto della normativa emanata per prevenire il contagio da Covid-19. Il giovane ha inveito contro la donna, scagliandosi successivamente contro un uomo di 38 anni, risultato poi essere il convivente della commessa.
L’aggressore, riportato apparentemente alla calma, grazie anche all’intervento di altri clienti, si è allontanato dal negozio per recarsi nel parcheggio del centro commerciale e prelevare dall’auto una pistola, tornare dentro e, non curante delle numerosissime persone presenti in galleria, far fuoco verso il 38enne, colpito all’addome e agli arti inferiori da ben 5 colpi.
L’intervento immediato sul posto dell’equipaggio della gazzella, attivato dalla centrale operativa del comando compagnia di Giarre, tramite una segnalazione pervenuta al 112, ha consentito di bloccare il 19enne mentre tentava di fuggire e recuperare il giubbotto che aveva lasciato cadere sull’asfalto, contenente in una delle tasche l’arma utilizzata per il tentato omicidio, una semiautomatica calibro 7,65 con la matricola abrasa e un colpo ancora in canna.
Le conseguenze per il ferito e l’arresto dell’aggressore
La vittima dell’agguato è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Cannizzaro di Catania, dov’è tuttora ricoverata in prognosi riservata.
L’arrestato, assolte le formalità di rito, è stato rinchiuso nel carcere di Messina Gazzi.
Sulla scena del crimine è intervenuto il personale della Sezione Investigazioni Scientifiche del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Catania.