Neanche l’emergenza sanitaria ferma le chiusure forzate di OVS, azienda nazionale di abbigliamento commerciale. La Filcams Cgil di Catania giudica “piuttosto fantasioso” l’accordo siglato con un’altra organizzazione sindacale; il testo propone una duplice scelta ai 9 lavoratori della sede catanese del viale XX Settembre: essere trasferiti nei punti vendita di Caltagirone, Siracusa e Messina, oppure uno scarno incentivo all’esodo per chiudere i rapporti di lavoro.
I lavoratori catanesi di OVS, dunque, stanno vivendo un vero e proprio dramma lavorativo e privato. Le lavoratrici part time, per esempio, vedono celarsi dietro un trasferimento fuori sede una vera e propria “spinta al licenziamento“, senza avere la possibilità di ricollocarsi nel territorio di appartenenza.
Spiegano Davide Foti, segretario generale, e Giuseppe Agosta della segreteria provinciale della Filcams Cgil di Catania: “Ci aspettavamo che la situazione d’emergenza cambiasse molti aspetti nei settori commerciali, ma non era prevedibile pensare che brand nazionali del calibro di OVS, che occupa circa 6200 lavoratori a livello nazionale, cerchino di bypassare il mancato rinnovo dell’affitto del punto vendita di viale XX Settembre, optando per la chiusura e il trasferimento di tutti i lavoratori tra Messina, Siracusa e Caltagirone, senza minimamente pensare a una ricollocazione negli altri punti vendita del territorio catanese”.
“Il punto vendita del Centro Sicilia, per esempio, risulta in espansione. Dispiace poi apprendere che un altro sindacato si sia prestato a firmare un accordo che pone le lavoratrici e i lavoratori di fronte a un bivio così duro, soprattutto per chi con un misero part time, è destinato a essere trasferito oltre provincia. Abbiamo già richiesto un incontro all’azienda e all’Ispettorato del Lavoro e stiamo programmando la messa in campo di tutte le azioni sindacali e legali per la salvaguardia del diritto al lavoro dignitoso e nel territorio dei lavoratori coinvolti“, hanno concluso Foti e Agosta.
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