CATANIA – Anche Luca Parmitano, astronauta di origine catanese, è in quarantena insieme a sua moglie e alle sue figlie.
AstroLuca, questo il suo soprannome, ha concluso il 6 febbraio la seconda missione nello spazio. È stato il terzo europeo e il primo italiano ad assumere il ruolo di comandante della Stazione Spaziale Internazionale per 200 giorni.
“Intorno alla mia casa, però, ci sono grandi spazi – racconta a 7, settimanale del Corriere della Sera – e quando non c’è nessuno, affronto il piacere di una passeggiata con le mie bambine respirando all’aria aperta”.
Della situazione climatica e ambientale dice:“Dalla cupola della stazione spaziale guardavo la Terra che ruotava lenta. Tornando lassù dopo 6 anni, scorgevo con amarezza i segni di quanto la bellezza del Pianeta fosse stata violentata in quel breve tempo” .
Il nostro Pianeta malato è prigioniero della pandemia, “ma il virus – dice Parmitano – è l’espressione di malattie più grandi e più profonde. Non sono sorpreso, ma semmai preoccupato per la direzione in cui stiamo andando nella vita sulla Terra. L’aggressione del virus è un segnale forte per tutti, dobbiamo cambiare il modo di pensare”.
Quanto al rapporto tra scienza e politica, “sulla Terra troppo spesso si rifiuta l’esperienza, il valore di chi ha investito la vita nello studio e nella ricerca“. La solitudine da quarantena? “Vorrei portarvi sulla stazione spaziale, a pensare alle meraviglie del cosmo, per riuscire – pure da isolati – a farvi sentire meglio”.
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