TRAPANI – Un laboratorio, sostanze chimiche ed esplosivi già pronti. Dopo aver fatto irruzione nella casa di Roberto Sparacio, 51enne di Pantelleria, in provincia di Trapani, le forze dell’ordine si sono ritrovate, più o meno, davanti a questa scena. L’uomo, disoccupato, è accusato dell’esplosione di una pen drive recapitata negli uffici della Procura della Repubblica di Trapani.
L’obiettivo del malvivente era quello di salvare a tutti i costi le proprietà familiari appartenenti al patrimonio ereditario. Sarebbe stato pure disposto ad assoldare un killer, pur di eliminare fisicamente uno dei suoi creditori.
Qualcosa di simile, in un contesto diverso, era accaduta nel 2016, a Palermo. Dopo un’udienza, Sparacio picchiò uno dei suoi legali, accusandolo di non averlo difeso a dovere di fronte all’accusa. L’obiettivo del 51enne era quello di evitare che uno dei suoi beni immobiliari venisse messo all’asta.
Durante il periodo di fabbricazione delle “pennette killer”, la polizia di Stato è riuscita a far infiltrare un’agente del servizio centrale operativo. Il suo lavoro, ai fini dell’arresto, si è rivelato fondamentale: Sparacio, infatti, ha venduto alcune copie di manuali sugli esplosivi, oltre ad alcune sostanze chimiche.
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