A 11 anni ne abusava e la fotografava… tuttavia è libero

A 11 anni ne abusava e la fotografava… tuttavia è libero

SIRACUSA – La avvicinava e ne abusava. E quando questo è accaduto la vittima aveva solo undici anni. Tenera e tanto acerba da portare ancora oggi, dopo tre anni, i segni indelebili di quanto subito.

Soffre di attacchi di panico e quando gira con la madre per il paesino di poche anime in cui vive, in provincia di Siracusa, quell’uomo se lo ritrova davanti. È un suo vicino di casa, e ancora oggi dopo anni la fissa, le manda baci e le schiaccia l’occhiolino. Un incubo… dal quale non riesce a risvegliarsi anche per colpa di una giustizia che, secondo i suoi legali, non la sta tutelando.

Si avete capito bene, questo balordo non è in carcere perché nessuno glielo ha messo.

Ad accorgersi della violenza è stata la madre davanti la quale la minore è crollata raccontando cosa le era accaduto.

I fatti risalgono al 2011 quando questa donna e madre ha scoperto che l’uomo chiamando la bambina in disparte, le ha abbassato i pantaloni, ha scattato alcune foto con il cellulare e nei giorni successivi le ha telefonato insistentemente minacciandola qualora avesse parlato. Così lo ha denunciato.

Gli atti, per una questione di competenza, sono stati trasmessi alla procura di Catania e solo a distanza di tre anni, a gennaio scorso, è stato disposto ed effettuato un accertamento tecnico sul materiale informatico in possesso dell’orco e proprio sul cellulare è stata trovata una foto “raccapricciante” della piccola.

Nel mese di settembre c’è stata l’udienza preliminare davanti al gup e l’indagato è stato rinviato a giudizio. Ma la cosa che stupisce gli avvocati Goffredo D’Antona e Loredana Mazza (legale del centro anti-violenza Galatea), che difendono la vittima, è che proprio la ragazzina non sia mai stata ascoltata da un magistrato.

C’è, pure, una relazione del dipartimento di Salute Mentale dell’Asp di Siracusa che fotografa la terribile condizione psicologica della quattordicenne che dopo l’ennesimo attacco di panico è stata, addirittura, presa in carico dai servizi di neuropsichiatria infantile. E queste carte sono state consegnate ai carabinieri del paese in cui la famiglia vive e alla procura di Catania… ma ancora tutto tace.

A Catania il pubblico ministero non ha chiesto la misura cautelare nei confronti dell’uomo, inviando gli atti, solo attraverso un fax, alla procura di Siracusa che ne è competente. 

Fax che stando a quanto dichiarato dagli avvocati non è mai arrivato. Oggi i due legali hanno presentato un esposto a Siracusa continuando una lotta fino all’ultimo sangue che vede schierati da una parte la vittima e dall’altra il suo carnefice.