Da agosto a giugno: il Catania sfiora la B tra primo posto mancato e occasioni sciupate. E il prossimo anno?

Da agosto a giugno: il Catania sfiora la B tra primo posto mancato e occasioni sciupate. E il prossimo anno?

CATANIA – Si era partiti dal mese di agosto. In pochi forse immaginavano che il Catania potesse giocarsi fino al 10 giugno l’accesso alla Serie B. Dopo aver perso il primo posto in favore del Lecce, i rossazzurri dicono addio ai play off, fermati in semifinale dalla Robur Siena ai calci di rigore.

Parziale di 2-2 dopo i 180’ (1-0 all’andata e 2-1 al ritorno), più altri 30’ dei supplementari: vittoria bianconera dal dischetto (4-3). Decisivi gli errori di Edoardo Blondett e Andrea Mazzarani: vano, infatti, il rigore neutralizzato da Matteo Pisseri a Danilo Bulevardi.

Una gara che il Catania aveva la possibilità di vincere, visto anche il vantaggio numerico: prima di battere i rigori, i siciliani hanno terminato la partita con due uomini in più.

Si chiude la stagione sul palo di Andrea Mazzarani nel momento del rigore più importante, sulla traversa colpita da Francesco Lodi al 118’ e dalle molteplici occasioni avute sia nella sfida di ieri che in quella di mercoledì 6 giugno al “Franchi” di Siena, dove il Catania ha perso 1-0.

Tra l’altro, il 32 rossazzurro aveva già sfidato dagli undici metri il portiere dei toscani, Pasquale Pane, quando quest’ultimo giocava ad Agrigento con l’Akragas. In quel frangente, Mazzarani ebbe la possibilità di tirare due rigori: il primo, realizzato. Il secondo, quello che avrebbe evitato la sconfitta, fallito.

Francesco Lodi, amareggiato per la sconfitta, viene consolato da un dirigente della Robur Siena. Una grande immagine di sport

Non solo i play off: anche nella stagione regolare, infatti, gli etnei hanno sciupato tanto, lasciando punti pesanti per strada. Tra tutti, quelli tra le mura amiche contro Juve Stabia (0-0) e Trapani (1-2) o con squadre medio-piccole, con tutto il rispetto, del calibro di Bisceglie e Reggina.

Amareggiato, come tutti i calciatori del Catania, il tecnico Cristiano Lucarelli. In sala stampa, l’ex calciatore ha esordito dicendo: “Abbiamo dato tutto”.

Oggettivamente, il Catania era una delle squadre migliori di questa Serie C: a dirlo sono i numeri. Grande rendimento esterno, sfondando quota 10 vittorie in campionato, miglior attacco di tutti e tre i gironi (67 reti), 70 punti che nel Girone A e nel Girone B sarebbero valsi la promozione diretta in Serie B. Gli etnei chiudono anche con il miglior capocannoniere del girone, Davis Curiale (15 gol).

Le statistiche, tuttavia, non sempre danno ragione a chi le ha dalla propria parte.

Dopo il passaggio del turno ai quarti contro la FeralpiSalò e la sconfitta di Siena, era rimasto un pizzico di ottimismo dalla parte dei tifosi, che hanno risposto a gran voce superando quota 20mila spettatori per il ritorno allo stadio “Angelo Massimino”. La spinta del popolo rossazzurro non è bastata.

 

Sarà difficile, adesso, fare mente locale per capire come preparare la nuova stagione in Serie C. Cristiano Lucarelli ha ancora un anno di contratto, ma “si deve essere d’accordo su tutto con la società”, dice il tecnico del Catania.

Non è escluso un addio: quest’anno, le energie fisiche e mentali spese sono state parecchie, al di là del risultato stagionale. Ogni campionato è diverso da un altro, dove a volte è difficile ripetersi o migliorarsi. Così come è complicato avere delle motivazioni più forti con lo stesso gruppo di calciatori.

Dopo la delusione, quindi, è tutto appeso a un filo.

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