Non aveva speranze: a due anni era stato colpito dall‘istiocitosi polmonare a cellule di Langerhans, un cancro rarissimo. Mesi in un letto d’ospedale, attaccato ai macchinari per continuare a farlo respirare, senza che i suoi polmoni riuscissero a riprendersi.
I medici del Queens Medical Hospital di Nottingham non davano più speranze al piccolo Dylan Askin, così i genitori, Mike e Kerry, 36 e 29 anni, avevano preso la decisione che nessuno vorrebbe mai prendere: staccare la spina al proprio figlio.
Il 25 marzo del 2016, nel giorno del Venerdì Santo, lo fecero battezzare davanti ai parenti giunti in ospedale per dare al bambino l’ultimo saluto. I medici avevano iniziato a sedarlo quando, improvvisamente, Dylan cominciò a mostrare segni di ripresa, riportando la frequenza cardiaca a livelli normali.
Un miglioramento improvviso che non poteva essere trascurato e che bloccò la procedura in corso. In pochi giorni il bambino si riprese e il 16 maggio venne dimesso dall’ospedale.
A distanza di due anni, ancora una volta in concomitanza con le festività pasquali, il bimbo è stato dichiarato completamente guarito.
Una gioia incontenibile per la famiglia, soprattutto per la madre che avrebbe dichiarato: “Dylan ha fatto come Gesù, a Pasqua è tornato a vivere“.
