“Operazione Ebano”: imprenditori “agganciati” a Matteo Messina Denaro

“Operazione Ebano”: imprenditori “agganciati” a Matteo Messina Denaro

TRAPANI – Durante le attività investigative finalizzate alla ricerca di Matteo Messina Denaro, i militari del nucleo investigativo del comando provinciale di Trapani hanno arrestato due imprenditori vicini al boss.

Questa mattina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di RosarioFirenze di 45 anni. Il suo faccendiere, il geometra Salvatore  Sciacca di 43 anni, è finito invece ai domiciliari.

 

Sciacca Salvatore classe '73

È stata notificata inoltre agli imprenditori Giacomo Calcara, 38 anni, Benedetto Cusumano 68 anni, Fedele D’Alberti 41 anni, e Filippo Tolomeo 38 anni, tutti nati e residenti a Castelvetrano, la misura cautelare del divieto di esercizio d’impresa.

Le ipotesi di reato contestate vanno dall’associazione a delinquere di tipo mafioso, alla fittizia intestazione di beni e turbata libertà degli incanti.

L’attività, condotta dal Nucleo Investigativo e coordinata dalla DDA di Palermo, sin dal gennaio 2014, denominata “Operazione EBANO”, e che si inquadra nell’ambito dell’azione investigativa funzionale al programma di ricerca del latitante Messina Denaro Matteo, ha permesso di documentare la persistente vitalità della famiglia mafiosa di Castelvetrano, soprattutto nell’infiltrazione nei lavori pubblici e privati.

In particolare, l’imprenditore Rosario Firenze, nonostante il provvedimento interdittivo emesso dalla Prefettura di Trapani, era riuscito, attraverso la fittizia intestazione delle società ai fratelli, a partecipare alle gare d’appalto per l’assegnazione dei lavori pubblici come i lavori di realizzazione della condotta fognaria nella via Maria Montessori, i lavori di manutenzione ordinaria di strade e fognature comunali nell’anno 2014 e i lavori di demolizione di fabbricati fatiscenti all’interno dell’ex area autoparco comunale di Piazza Bertani.

Firenze Rosario, classe '71

Riusciva inoltre ad aggiudicarsi sub appalti da ditte compiacenti alle quali, grazie alle protezioni di cui godeva all’interno dell’ufficio tecnico del Comune di Castelvetrano, essendo appartenente a Cosa Nostra, faceva assegnare numerosi pubblici incanti, intervenendo in maniera fraudolenta sulla presentazione delle percentuali d’offerta a base d’asta.

Le indagini hanno permesso di accertare che Firenze da anni riusciva ad essere uno degli imprenditori edili di riferimento di Cosa Nostra  nel territorio del Belice, versando periodicamente ingenti somme di denaro alla famiglia di Matteo Messina Denaro, per il sostentamento della latitanza e delle esigenze della famiglia mafiosa.

Inoltre le dichiarazioni di Lorenzo Cimarosa (cugino del latitante) hanno fornito importanti conferme al quadro accusatorio.

I fratelli di Firenze, titolari di due imprese ‘satelliti’ la CONCORDIA COSTRUZIONI e la MULTICOSTRUZIONI soc, sono stati sottoposti a perquisizione negli uffici comunali dove è stata sequestrata la documentazione relativa alle gare d’appalto truccate.

I Carabinieri hanno inoltre proceduto al sequestro delle due ditte, e del complesso aziendale, riconducibile a Firenze. Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa 6 milioni di euro