CATANIA – “Se avessimo perso ancora tempo a nominare un presidente e un vicepresidente saremmo giunti al commissariamento dell’Ati, assemblea territoriale idrica. Al contrario, noi ci siamo presi le nostre responsabilità e il 12 aprile ci siamo limitati a rispettare la norma emessa dall’assessorato regionale all’energia che aveva stabilito questa scadenza. A grande maggioranza, siamo stati eletti io e il sindaco Rando… mi chiedo cosa ci sia di illegittimo in tutto questo”.
Sono queste le parole del sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, neo vicepresidente dell’Ati, che proprio non accetta tutte le cose che sono state dette sul conto suo e del sindaco di Tremestieri Santi Rando in merito al caos “vertici Ati”.
Parliamo di una querelle che finirà solo quando il giudice del Tar emetterà la sua sentenza riguardo al ricorso che è stato presentato dal sindaco di Aci Castello Filippo Drago insieme con il sindaco di Misterbianco Nino Di Guardo.
“Drago e Di Guardo parlano di illegittimità nella nostra elezione, forse perché vorrebbero che a Catania toccasse l’ultima parola in quanto comune più grande – spiega il sindaco Barbagallo -. Ma l’Ati è un ente troppo importante per tutta la Regione e quando si parla di ‘rappresentatività’ è giusto che anche i comuni più piccoli come per esempio Vizzini ed Acibonaccorsi abbiano voce in capitolo disponendo di un solo voto proprio come tutti gli altri 58 in Sicilia”.
Al momento, quindi, i lavori del consiglio di amministrazione procedono ed entro i prossimi dieci giorni verrà nominato il nuovo direttore, le cui competenze richieste tanto hanno fatto discutere.
“Tutto si svolgerà all’insegna della democrazia – dichiara Barbagallo -. Ci saranno delle manifestazioni di interesse sui siti dei vari comuni dove verranno inviati i curriculum dei candidati – aggiunge Barbagallo -. In questo modo sarà l’assemblea di tutti i primi cittadini siciliani a decretare il migliore per competenze ed esperienze”.
Sulla stessa linea di pensiero è il neo presidente Rando che conclude: “Il nostro obiettivo è solo quello di portare avanti l’Ati: ottimizzare la rete idrica in Sicilia ed eliminare ‘carrozzoni’ che tra liti, beghe, corsi e ricorsi hanno rappresentato solo una grande spesa per i nostri cittadini e pochi buoni risultati”.