SIRACUSA – Se non ci fossero di mezzo un acquedotto del 480 a.c., una parte dell’agricoltura del territorio e una piantagione, unica in Europa, di antico papiro siracusano, sarebbe il caso di godersela comodi come a teatro questa vicenda tragicomica. Per risolvere il garbuglio di competenze che nega da due anni la manutenzione all’antico acquedotto Galermi lasciandolo quasi a secco, sono venute fuori tre ipotesi. Coinvolgono tre assessorati regionali diversi e, a ricaduta, tre enti differenti. In totale 6 soggetti istituzionali. In cerca di autore.
Ora sarà necessario che tutti si seggano attorno a un tavolo per venire fuori da questo rompicapo: accadrà venerdì prossimo, 4 marzo, nella sede del Genio civile.
L’antefatto. Un riordino organizzativo dei dipartimenti della Regione partito nel 2013 affida l’autorità sull’antico acquedotto siracusano all’assessorato al Territorio e ambiente: da allora nessuno ha più effettuato la manutenzione ordinaria e il canale ha perso portata idrica per il 70%. Prima, con l’assessorato alle Infrastrutture, a fare la manutenzione era il Genio civile. Oggi toccherebbe al Consorzio di bonifica (atto d’indirizzo votato all’unanimità dall’Ars), ma non ha i fondi necessari.
Ecco le tre ipotesi della Regione per uscire dall’impasse. La prima fa capo a un finanziamento di 385mila euro destinati a “opere di difesa dell’alveo del Canale Galermi”. Si tratta di fondi Pac (Piano d’azione e coesione) svincolati da una delibera di giunta del dicembre 2014 per interventi “di mitigazione del rischio idrogeologico”. I fondi però sono destinati al dipartimento dello Sviluppo rurale e territoriale. Il che vuol dire che per la manutenzione entra in gioco un altro soggetto, l’azienda provinciale Foreste e demanio della provincia di Siracusa. Che però non ha presentato alcun progetto: “Abbiamo individuato una disponibilità di risorse – spiega infatti l’assessore Croce – ma a tutt’oggi aspettiamo che l’ex azienda Foreste faccia un progetto, ce lo presenti e noi saremo in condizioni di definire la parte rimanente della procedura di finanziamento. È un progetto di manutenzione straordinaria, perché sono fondi per investimenti, e rientra tra quelli che l‘ex azienda foreste deve produrre”.
Poi c’è una seconda ipotesi, un finanziamento di 150mila euro: “Stavolta il beneficiario sarebbe il Consorzio di bonifica – spiega Croce – ma si trova in un elenco di risorse non momentaneamente disponibili”. In questo caso i fondi potrebbero arrivare da maggiori risorse Pac o qualora si determinassero economie dall’elenco principale. “In entrambi i casi – spiegano alla Regione – le schede progetto sono state elaborate dal Genio civile, che ha individuato le azioni che servono”. Genio civile dunque ancora parte attiva.
E infatti il 4 l’incontro sarà proprio nella sua sede: ci saranno anche i rappresentanti degli agricoltori per vagliare la terza ipotesi. “Per far fronte a impellenze urgenti come questa – spiega l’assessore regionale – si potrebbero autorizzare che i piccoli lavori di manutenzione, diserbatura e pulizia dei punti di presa delle acque, possano essere fatti direttamente dagli agricoltori sotto vigilanza del Genio civile”.
Qui il problema sarebbe sulla moneta di scambio: il canone. Solo che viene versato a un altro dipartimento ancora: Acque e rifiuti. Venerdì prossimo (forse) verrà sbrogliata questa matassa.
Massimiliano Torneo