PARTINICO – Ad aprile l’arresto, oggi il sequestro dei beni per quattro milioni e mezzo di euro. Lui era il boss del calcestruzzo di Partinico ma controllava anche tutti i paesi vicini. Quando si aveva necessità di effettuare ordini di materiale e organizzare il trasporto delle forniture, bisognava rivolgersi a Benedetto Valenza, imprenditore di 51 anni. Oltre che da Palermo le telefonate arrivavano anche da Trapani. Con i suoi legami con le famiglie mafiose di Borgetto e Partinico, infatti, sistemava tutto lui.
Valenza è stato arrestato dai carabinieri ad aprile scorso ma stamattina la Guardia di Finanza di Palermo ha sequestrato quote societarie, un complesso aziendale, quattro fabbricati, tre terreni, due autoveicoli e disponibilità finanziarie per oltre quattro milioni di euro dopo un provvedimento emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale palermitano. Chiaramente dalle indagini è emerso il divario enorme che c’era fra il valore dei beni posseduti e il reddito dichiarato dall’imprenditore.
Per intralciare le indagini, Benedetto Valenza le aveva escogitate tutte. Fra queste anche quella di farsi assumere da una ditta di Partinico molto addentro nel commercio del ferro che è un materiale fondamentale per la lavorazione del calcestruzzo.
Giocava con i prestanomi tanto che nel 2009 e nel 2012 è stato arrestato insieme con altri imprenditori che lavoravano nella produzione e nel trasporto di calcestruzzo che però non avevano autonomia gestionale e nessuna pezza di appoggio per mostrare contrattazioni con clienti e fornitori. L’imprenditore di Partinico non agiva, quindi, mai da solo. Tanto che anche nell’ultimo arresto di aprile con lui sono finiti in carcere altri due soggetti che ora dovranno rispondere della fittizia intestazione di una società di calcestruzzi.