Nomine illegittime: Raffaele Lombardo rinviato a giudizio. L’ex governatore: “Assoluta correttezza degli atti”

Nomine illegittime: Raffaele Lombardo rinviato a giudizio. L’ex governatore: “Assoluta correttezza degli atti”

PALERMO – Il Gup di Palermo Lorezo Iannelli ha rinviato a giudizio l’ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo: l’accusa è di abuso d’ufficio e si riferisce a tre nomine di superdirigenti esterni, ritenute illegittime.

Lombardo sarà giudicato assieme al dirigente regionale Antonino Scimemi, per avere designato Rossana Interlandi, ex assessore regionale, Nicola Vernuccio e Rino Lo Nigro a incarichi apicali per i quali sarebbero stati necessari titoli di altissima specializzazione ed esperienza.

L’inchiesta originariamente riguardava otto nomine e coinvolgeva anche l’ex assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo (ex pm, oggi al vertice dell’ospedale Israelitico di Roma) la cui posizione era stata poi archiviata.

Diversa la questione relativa a Lombardo e Scimemi: la Interlandi e Vernuccio, che non sono indagati, oltre a non possedere i requisiti dell’esperienza e dello svolgimento di funzioni analoghe, necessari per essere scelti, erano o erano stati dirigenti del Mpa, il partito dell’ex governatore.

Ancora più grave la questione riguardante Lo Nigro, che non faceva parte del partito di Lombardo ma era stato nominato direttore dell’Agenzia regionale per l’impiego: a lui, così come stabilito da un altro giudice del tribunale, che lo ha condannato a tre anni, mancavano invece del tutto i requisiti, la laurea e il master.

Il processo contro Lombardo e Scimemi sarà celebrato davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo, dal 7 febbraio.

LA REPLICA.

L’ex governatore Raffaele Lombardo, con una nota stampa, ha commentato: “Si tratta di nomine del dicembre del 2009. Se ne sono già occupate la Corte dei Conti che – dopo attenta verifica – ha disposto di non doversi procedere e la Procura della Repubblica che, a sua volta dopo  un’accurata indagine, ha chiesto l’archiviazione. Anche il giudizio consentirà di attestare l’assoluta correttezza dell’atto amministrativo”