Il colesterolo alto: quando controllarsi e come curarlo

Il colesterolo alto: quando controllarsi e come curarlo

Corrado-Tamburino

Il colesterolo elevato, o ipercolesterolemia, è uno dei fattori di rischio cardiovascolare più comune, insieme all’ipertensione arteriosa, nella popolazione generale del mondo occidentale.

Il colesterolo, infatti, si accumula nella parte delle arterie causando la crescita delle placche aterosclerotiche che riducendo il lume arterioso dei vari distretti, provocano l’ischemia tissutale acuta e/o cronica. Ad esempio, le placche aterosclerotiche che coinvolgono le arterie coronarie, che irrorano il muscolo cardiaco, e quelle che coinvolgono le arterie del distretto cerebrale, costituiscono la base patogenetica dell’attacco cardiaco e dell’ictus, rispettivamente, con possibile grave morbilità o elevata mortalità. Pertanto, la diagnosi e il trattamento dell’ipercolesterolemia, hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione cardiovascolare.

Una delle domande più frequenti riguardanti il colesterolo, riguarda il momento in cui bisogna iniziare a eseguire gli esami del sangue per controllare i livelli di colesterolo ematico in prevenzione primaria, cioè in fase di prevenzione di un primo evento cardiovascolare. Non esistono regole rigide, ma, secondo le linee, il colesterolo va sicuramente controllato nei soggetti con ipercolesterolemia familiare e in quelli con altri fattori di rischio cardiovascolare, inclusa la familiarità positiva per cardiopatie.

L’altra domanda frequente è quella che riguarda il momento in cui iniziare il trattamento ipolipemizzante. Rispondendo a tale domanda, si deve innanzitutto ricordare che la strategia iniziale consiste in modifiche nello stile di vita, in particolare la dieta e l’attività fisica. Il trattamento va iniziato quando queste strategie non sono sufficienti a ristabilire livelli ottimali del colesterolo totale, ma soprattutto del colesterolo cosiddetto cattivo, definito come “LDL”. Quindi l’inizio e il tipo di trattamento (statine, integratori o altre categorie di ipolipemizzanti), vanno individualizzati sulla base del rischio cardiovascolare globale e dei livelli di LDL del singolo paziente. Pertanto, anche in questo campo, non esiste il fai da te, ma la terapia va ottimizzata in maniera appropriata, guidata dalla valutazione di multipli fattori.

Con la collaborazione della dott.ssa Piera Capranzano