CATANIA – La CISAL Catania torna a denunciare, con rinnovata fermezza, l’estrema situazione di pericolo e degrado urbano rappresentata dall’edificio incompiuto e fatiscente noto come “eco-mostro” di via Cronato 106, un manufatto la cui costruzione iniziò nel 1964 e non fu mai completata.
Dopo sessant’anni di abbandono, l’immobile versa in condizioni strutturali critiche e costituisce ancora oggi una grave minaccia per i residenti delle aree circostanti.
Lo Schiavo: “Una storia infinita che mette a rischio la sicurezza pubblica”
“Siamo davanti a un caso emblematico di incuria istituzionale – dichiara il segretario provinciale della Cisal Catania, Giovanni Lo Schiavo -. Parliamo di un edificio che da decenni rappresenta un pericolo reale per chi abita fra via Cronato, via Balilla e via Curia”.
Lo Schiavo sottolinea come l’area attorno allo scheletro di cemento sia diventata un luogo di degrado diffuso: “L’edificio è circondato da una discarica a cielo aperto, con rifiuti di ogni tipo abbandonati ormai da tempo. I cittadini non possono continuare a convivere con un simile scenario, che rappresenta una minaccia sia per la sicurezza sia per la salute pubblica”.
Cisal Catania: necessario un intervento urgente del Comune
La Cisal richiama l’attenzione del Comune di Catania sugli obblighi di tutela della pubblica incolumità, alla luce anche dei precedenti atti amministrativi, come una sentenza del Tar del 2021 riguardante due ricorsi presentati nel 2013 da diversi soggetti privati nei confronti del Comune etneo e di altri controinteressati. Le questioni al centro della controversia riguardavano alcune ordinanze sindacali e la gestione di porzioni immobiliari.
Il primo procedimento (n. 9/2013), tra l’altro, disponeva interventi urgenti e immediati sulle parti comuni dell’immobile, ritenute pericolanti. Le prescrizioni includevano il consolidamento delle murature, la chiusura di varchi al piano terra e la sistemazione della recinzione per impedire accessi estranei.
Il secondo procedimento (n. 2950/2013) era stato intentato da altri soggetti relativamente a un’ulteriore ordinanza sindacale del 13 agosto 2013, con la quale veniva modificata una precedente disposizione. Nello specifico, tale atto riconosceva in modo esclusivo a uno dei ricorrenti la quota di proprietà dell’immobile interessato, attribuendola quale “puro titolo ereditario”.
Il Tar ha riunito i due ricorsi, dichiarando improcedibile il primo e rigettando il secondo.
Nonostante l’intervento, dunque, anche del Tar: “Le istituzioni – continua Lo Schiavo – non intervengono sul caso. L’immobile necessita di una verifica strutturale immediata e, se necessario, di misure urgenti di messa in sicurezza o demolizione. Non si può attendere l’irreparabile”.
Coinvolgimento degli uffici competenti
“Chiediamo risposte chiare e interventi concreti — conclude Lo Schiavo — perché la sicurezza dei cittadini non può più essere rimandata. L’eco-mostro di via Cronato è un’emergenza urbana e deve essere trattata come tale”.



