Catania, otto mesi senza stipendio per i lavoratori ODA: continuano le proteste

Catania, otto mesi senza stipendio per i lavoratori ODA: continuano le proteste

CATANIA – Otto mesi senza stipendio, ma ancora al lavoro. È questa la realtà dei circa trecento dipendenti dell’Opera Diocesana Assistenza di Catania, che continuano a garantire ogni giorno assistenza e servizi a persone con disabilità, nonostante la lunga e pesante assenza di retribuzioni.

Ieri mattina un gruppo di lavoratori si è dato appuntamento davanti alla sede amministrativa dell’ente, in viale Libertà, per un nuovo presidio organizzato dall’Usb. Cartelli, voci amare e tanta stanchezza, ma anche la volontà di non farsi dimenticare: “Otto mesi senza stipendio sono una condanna – spiega una lavoratrice – abbiamo famiglie, mutui, spese quotidiane. Eppure nonostante tutto continuiamo a lavorare, per senso di responsabilità verso le persone che assistiamo“.

La dichiarazione di una dipendente ODA

 

 

L’intervento del Segretario Regionale Lavoro Privato USB Sicilia

 

 

I rappresentanti del sindacato hanno incontrato i delegati del Consorzio Sisifo, che nei prossimi giorni dovrebbe assumere ufficialmente la gestione del ramo sanitario dell’Oda attraverso un contratto di affitto d’azienda. Tuttavia, secondo quanto riferito dall’Usb, al momento il Consorzio avrebbe depositato soltanto un contratto preliminare, in attesa del perfezionamento definitivo.

Un passaggio burocratico che pesa come un macigno sui lavoratori, che vedono nel subentro di Sisifo la possibile via d’uscita da una crisi ormai insostenibile.

 

ODA lavoratori

Una crisi che va avanti da tempo

L’Opera Diocesana Assistenza si trova da mesi al centro di una complessa vicenda amministrativa e finanziaria. Nonostante le difficoltà, i centri e le strutture sanitarie dell’ente continuano a funzionare, sostenuti soltanto dalla professionalità e dal sacrificio dei lavoratori.

La mobilitazione non si ferma e l’Usb continuerà con nuove iniziative di protesta finché non arriveranno risposte certe e, soprattutto, gli stipendi arretrati che spettano ai dipendenti da oltre otto mesi.