Il processo sul pony trainato da un’auto per oltre 5 km: associazioni si costituiscono Parte Civile

Il processo sul pony trainato da un’auto per oltre 5 km: associazioni si costituiscono Parte Civile

ACATE – Aperta la causa per violenza sugli animali nei confronti dell’individuo che, barbaramente, ha ucciso una pony di 10 anni, trainandola dapprima a mano e poi legandola a un’auto. L’animale sarebbe così stato costretto a percorrere una strada di 5,4 chilometri, venendo trascinato a peso morto, sul suolo per oltre 15 minuti.

Allarme violenza sugli animali, il ruolo delle associazioni

Ad aggravare la ferocia del gesto vi è l’accertarsi, da parte dell’imputato, dell’impossibilità del pony di rialzarsi, in quanto riverso sul fianco sinistro a causa dell’impatto prolungato sul suolo. Stato che tuttavia non ha fermato l’uomo, proseguendo il traino per altri 850 metri. Al termine della tortura, poi, l’uomo ha abbandonato l’animale in contrada Bosco Grande, privo di soccorso.

Dopo almeno tre ore il dipartimento veterinario dell’ASP di Ragusa ha raggiunto il pony, ritrovato in pessime condizioni. La gravità delle ferite infatti non ha lasciato altra scelta ai soccorsi se non quella di ricorrere all’eutanasia, così da poter perlomeno evitare ulteriori sofferenze inutili.

L’avvenimento ha così scaturito una causa legale, con le associazioni “Le Aristogatte“, “Teg4Friends“, “L’Altra Zampa” e “PantelleriaBau” che si costituiranno parte civile. A questo proposito è intervenuta anche l’avvocata Floriana Pisani, che ha ribadito il ruolo delle associazioni animaliste riconosciuto anche dal TAR di Catania.

Proprio in due recenti sentenze, infatti, si erano legittimate tali associazioni a intervenire sul territorio, tutelando il benessere di qualsiasi animale. Queste due sentenze erano, in ordine, la numero 3844/2024 contro il Comune di San Pietro Clarenza, riguardo il diritto di nutrire i randagi senza limitazione, e la numero 4137/2024 contro il Comune di Santa Venerina, riguardo il diritto di non accalappiare ingiustamente i cani.

Le parole dell’avvocata Cipolla

L’intervento dei diversi presidenti delle associazioni, Vera Russo Alessandro Tringale Emanuela Tosto e Nathalie Genovese, rappresenta quindi un forte segnale di collettività e sensibilizzazione, sia sul disvalore legale che quello etico.

Questa tipologia di comportamento, assolutamente inammissibile, è infatti incoraggiata anche dall’indifferenza della collettività. Una quotidianità di violenza che, come nel caso odierno, porta a una cecità nei confronti della violenza ai danni di essere viventi, indifesi, maltrattati inutilmente.

Ad esporsi è anche l’avvocata Tania Cipolla, già partecipe della vicenda in quanto parte civile per l’ente di tutela animale “L’altra Zampa”. La legale, infatti, era parte dell’autonomo procedimento nei riguardi di un altro soggetto accusato degli stessi fatti, seppur più marginalmente, definito poi con una sentenza di assoluzione. A questo proposito, Cipolla, ha poi riferito:

“Le prove a carico dell’imputato sono schiaccianti tanto è vero che lo stesso, già nel corso delle indagini preliminari, aveva chiesto al PM di patteggiare il reato; richiesta non accolta in quanto la pena non era ritenuta adeguata alla gravità dei fatti, motivo per cui l’imputato veniva citato in giudizio all’udienza di giorno 14 ottobre”.

violenza sugli animali