SIRACUSA – La Guardia di Finanza di Siracusa ha smascherato un articolato sistema di frode fiscale nel settore agricolo, imperniato su una società cartiera priva di qualsiasi struttura operativa e creata con il solo scopo di emettere fatture false e scaricare su di sé debiti verso il Fisco. L’operazione, condotta dalla Tenenza di Lentini, ha portato a sequestri per circa 300mila euro, tra conti correnti, fondi d’investimento, automezzi e terreni.
La frode fiscale di una società cartiera
Le indagini, durate oltre un anno, hanno preso il via da un controllo su omessi versamenti di contributi previdenziali. Da lì è emersa una frode più ampia, fondata sull’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 1,5 milioni di euro, tutte a beneficio di un imprenditore agricolo attivo nella produzione e commercializzazione di agrumi.
La società “cartiera”, pur formalmente attiva nel comparto agricolo, non disponeva di terreni, mezzi, dipendenti reali, né versava IVA. La sede legale era registrata presso l’abitazione di un cittadino rumeno, indicato come prestanome e “testa di legno” agli ordini del reale beneficiario della frode.
La società aveva assunto operai agricoli solo sulla carta. Nella realtà, questi lavoravano direttamente per l’agrumicoltore. I costi e gli obblighi previdenziali venivano formalmente caricati sulla cartiera. Quest’ultima poi fatturava falsamente le prestazioni all’imprenditore, includendo l’IVA. Questa veniva illecitamente detratta da quest’ultimo, abbattendo i costi fiscali.
Determinante, per risalire al vero organizzatore del sistema fraudolento, è stato il tracciamento dell’indirizzo e-mail utilizzato per presentare le dichiarazioni fiscali della cartiera. Era riconducibile direttamente all’imprenditore agricolo. Inoltre, è emerso che il conto corrente intestato alla cartiera era gestito esclusivamente dal dominus della frode, che lo usava per spese personali, estranee a qualsiasi attività economica lecita.
Il sequestro
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta e per equivalente fino alla concorrenza dell’importo indebitamente detratto: circa 300mila euro.
I soggetti coinvolti, tra cui il reale amministratore di fatto e il prestanome, sono ora indagati per i reati di cui agli articoli 2 e 8 del D. Lgs. 74/2000 (utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti), oltre che per omesso versamento dei contributi previdenziali dei lavoratori fittiziamente assunti.
Le indagini proseguono per accertare ulteriori responsabilità e l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti.
La Guardia di Finanza sottolinea che l’operazione rientra nel quadro delle attività volte a contrastare le frodi fiscali, tutelare la competitività leale tra imprese e garantire la legalità economico-finanziaria.
Note
Nel rispetto del principio di presunzione di innocenza, si precisa che la colpevolezza degli indagati potrà essere accertata solo in caso di sentenza irrevocabile di condanna.