Incidenti sul lavoro in Sicilia: dall’aumento delle morti bianche alle lavoratrici dimenticate. Parla Dafne Anastasi (Usb Catania)

Incidenti sul lavoro in Sicilia: dall’aumento delle morti bianche alle lavoratrici dimenticate. Parla Dafne Anastasi (Usb Catania)

SICILIA – Nel corso dei mesi abbiamo potuto constatare come, ormai, gli incidenti e le morti bianche siano all’ordine del giorno e, soprattutto, come il posto di lavoro sia diventato un vero e proprio campo di battaglia senza trincea.

Incidenti che non dovrebbero colpire chi ogni giorno lotta per portare a casa un pezzo di pane. Come – mi vien da dire – di consueto, quando si parla di sinistri sul posto di lavoro la prima tipologia di vittima che viene in mente è l’uomo, che incarna lo stereotipo dell’operaio forzuto e che lavora senza sosta. Eppure, le statistiche mostrano chiaramente che anche diverse donne perdono la vita ogni anno sui luoghi di lavoro.

Si tratta di numeri che spesso passano inosservati o non vengono analizzati con la giusta attenzione. Spesso solo i sindacati pongono l’accento su questi aspetti, motivo per cui ai nostri microfoni la sindacalista di Usb Catania, Dafne Anastasi, ha voluto offrire una panoramica chiara e approfondita sul problema degli incidenti e delle morti sul lavoro, maschili e femminili, soffermandosi su quanto la nostra isola possa essere considerata ancora oggi una realtà ad alto rischio in termini di sicurezza.

Morti sul lavoro in Sicilia: l’indagine INAIL

Ebbene, si tratta di una situazione critica, che richiede una particolare attenzione: è questo quanto emerge dall’analisi dei dati regionali riferiti alla Sicilia nel 2023 e ai numeri del Dossier Donne INAIL del 28 febbraio 2025.

Vagliando gli elementi del 2023 si evince come la nostra Isola si collochi tra le regioni con il tasso più alto di incidenza sul lavoro nel Mezzogiorno. Il quadro nazionale consente di stimare che almeno il 30% degli infortuni denunciati in Sicilia coinvolga lavoratrici.

A contribuire a questo dato è la presenza significativa di donne, nello specifico nei settori del commercio, della sanità e dei servizi sociali; lavoratrici particolarmente esposte a rischi di infortunio e malattie professionali. Considerando gli infortuni secondo la variabile della deviazione (cioè l’evento anomalo che causa l’infortunio), emergono differenze significative tra uomini e donne.

Per il genere maschile, la prima causa di infortunio è la perdita di controllo di una macchina o di un mezzo. Per le donne, invece, un infortunio su quattro è causato da scivolamento, inciampo o caduta. La seconda causa più frequente per le lavoratrici è rappresentata dai movimenti sotto sforzo fisico o dai movimenti del corpo non necessariamente associati a sforzi, come torsioni o posture scorrette.

Infortuni sul lavoro delle donne

A livello nazionale – sempre nel 2023 – il numero di infortuni denunciato dalle lavoratrici ammonta a circa 180mila. Si registra un aumento degli eventi in itinere del 3,9%, trend che si riflette anche nella realtà siciliana, dove gli spostamenti casa-lavoro su rete stradale accentuano il rischio.

Anche in Sicilia, infatti, gli infortuni in itinere rappresentano poco meno della metà degli incidenti totali che coinvolgono le donne.

Per quanto riguarda la mortalità, a fronte delle 92 donne decedute nel 2023 in Italia a causa di infortuni sul lavoro, in Sicilia il numero di vittime femminili è rimasto stabile ma comunque preoccupante. Motivo per cui la nostra Isola si colloca tra le regioni del Sud con maggiore incidenza.

E anche in questo caso l’influenza degli infortuni in itinere regna sovrano; un dato coerente con il contesto viario e infrastrutturale regionale.

Quali sono i settori più colpiti: lavoratrici e il nodo sanità

Nel 2023, in Sicilia gli infortuni sul lavoro hanno mostrato una distribuzione variegata tra i settori produttivi, con alcuni comparti particolarmente colpiti. L’industria alimentare ha registrato 279 infortuni, confermandosi tra i settori più a rischio. Un forte aumento si è verificato nell’agricoltura, silvicoltura e pesca, evidenziando la necessità di maggiori interventi per la sicurezza nelle attività legate al territorio.

Dati rilevanti anche nel commercio, nel noleggio e nei servizi di supporto, settori spesso ritenuti meno pericolosi. Anche l’amministrazione pubblica presenta criticità, pur con dati più contenuti.

Ma il numero più preoccupante riguarda sanità e assistenza, con 2.712 infortuni nel 2023: un segnale chiaro della forte esposizione al rischio di chi lavora in ambito sanitario, tra carichi gravosi, stress e situazioni potenzialmente pericolose.

Crescono le morti bianche

Sebbene apparentemente non sembri, un settore che coinvolge anche il genere femminile è quello della navigazione. Stando a quanto si apprende dai dati INAIL, si registrano 776 denunce di infortunio nel 2023, di cui il 9,9% ha riguardato le lavoratrici.

Tra questi casi, 8 sono gli infortuni mortali, nessuno dei quali ha coinvolto donne.

La strada per migliorare le condizioni di sicurezza sul posto di lavoro è ancora lunga. È vero che l’INAIL registra un calo – a livello regionale e nazionale – delle denunce di infortunio: 166.296 in occasione di lavoro e 36.226 in itinere, rispettivamente in calo del 2,2% e del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Ciononostante, il numero delle morti bianche su scala nazionale è aumentato significativamente, con un tasso del +29,5%. Un dato che potrebbe riflettersi negativamente anche nella realtà regionale, caratterizzata da criticità infrastrutturali.

Un faro di speranza per i giovani

Incidenti sul lavoro che, disgraziatamente, non si fermano ai lavoratori adulti. Recentemente è stato condotto un approfondimento specifico sugli infortuni che coinvolgono gli studenti, in particolare in seguito all’entrata in vigore del decreto-legge n. 48 del 4 maggio 2023. Provvedimento che ha esteso la tutela INAIL agli studenti delle scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, includendo anche le attività formative pratiche, gli stage, i tirocini e le esperienze di alternanza scuola-lavoro.

Grazie a questa estensione, è ora possibile monitorare con maggiore precisione gli infortuni che coinvolgono la popolazione studentesca, distinguendoli chiaramente da quelli dei lavoratori adulti. Si tratta, dunque, di rivelazioni specifiche che consentono di analizzare le dinamiche infortunistiche legate all’ambiente scolastico e formativo, anche con l’obiettivo di migliorare le misure di prevenzione e sicurezza per i più giovani.