CATANIA – A meno di tre settimane dal voto del 23 giugno, il percorso verso il nuovo rettorato dell’Università di Catania si anima. Il secondo confronto pubblico tra i candidati si è tenuto presso il Polo Bioscientifico di Agraria, dove docenti e personale tecnico-amministrativo di nove dipartimenti hanno potuto ascoltare visioni e proposte.
I docenti in corsa, Pierfrancesco Veroux, Ida Nicotra, Enrico Foti e Salvatore Baglio, hanno ripresentato i loro programmi ai colleghi dei dipartimenti tecnico-scientifici.
Veroux: “Serve una direzione comune. I dipartimenti siano il motore dell’ateneo”
Pierfrancesco Veroux ha ribadito la necessità di unire l’ateneo attorno a obiettivi condivisi. Ha definito centrale il ruolo dei dipartimenti, da valorizzare come “motori” dell’azione universitaria, pur nella loro autonomia.
Ha segnalato che, nonostante un calo numerico contenuto degli iscritti (-1% in undici anni), l’ateneo ha perso circa 15.000 studenti in termini assoluti. “Il problema non sono le università online, ma l’assenza di prospettive concrete per i giovani”, ha detto, chiedendo una riorganizzazione della ricerca e più supporto ai docenti impegnati in progetti complessi.
Nicotra: “Un ateneo più umano, al servizio delle fragilità”
Empatia, welfare e semplificazione: sono i cardini dell’intervento di Ida Nicotra. Secondo la professoressa, il rettorato di Catania deve tornare a mettere la persona al centro. “Il welfare universitario non è un lusso, ma una necessità”, ha spiegato, parlando di un’università che accompagnia i giovani e rispetti le peculiarità del territorio. Sul piano gestionale, ha chiesto procedure più semplici e trasparenti per favorire partecipazione e senso di comunità.
Foti: “Università e lavoro, un divario da colmare”
Enrico Foti ha richiamato l’attenzione sul crescente distacco tra formazione accademica e mercato del lavoro. “Ogni anno 35 mila diplomati siciliani vanno a studiare al Nord. Torna solo una minima parte”, ha sottolineato.
Foti ha messo in guardia anche dagli effetti che l’attuale fase di denatalità potrà avere sui futuri iscritti: “Nel 2027 vedremo il calo drastico negli immatricolati”. Infine, ha criticato la gestione dei servizi agli studenti, in particolare nelle sedi distaccate di Siracusa e Ragusa dove – ha detto – “si paga per strutture che non esistono, come il Cus. Così si indebolisce il senso di appartenenza”.
Baglio: “Merito e partecipazione per un ateneo coeso”
Salvatore Baglio ha proposto un modello di governance orientato alla responsabilità condivisa. Per lui, il futuro rettorato di Catania deve fondarsi su ascolto, confronto e valutazione. “L’università deve essere una squadra, in cui ognuno ha un ruolo: dal decano all’ultimo immatricolato”. Ha proposto anche un sistema di verifica del programma a metà mandato per monitorare l’efficacia dell’azione qualora fosse nominato rettore. Baglio ha parlato anche di comunicazione: “Verso dentro e verso fuori. Per costruire fiducia e identità”.