Catania, cittadini scendono in piazza per la pace: 56 guerre nel mondo nel 2025

Catania, cittadini scendono in piazza per la pace: 56 guerre nel mondo nel 2025

CATANIA – Continuano a Catania le manifestazioni pacifiche contro la guerra e a favore della pace. Nel pomeriggio di ieri, in piazza Stesicoro, sono scesi in strada cittadini, sindacati e associazioni del territorio etneo per non dimenticare ciò che sta accadendo nel mondo.

Attualmente, nel 2025, sono in corso 56 conflitti armati di varia intensità, che coinvolgono direttamente o indirettamente almeno 92 Paesi. Si tratta del numero più alto registrato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Un momento di riflessione collettiva

L’iniziativa, intitolata “Una via per la Pace. Catania per l’Abolizione della Guerra“, è stata promossa dalla Rete catanese Restiamo Umani Incontriamoci, insieme alla CGIL e ad altre realtà del territorio. Un momento di riflessione collettiva che ha attirato l’attenzione di passanti di tutte le età.

Slogan manifestazione

In un mondo distrutto dal conflitto, la pace è un atto di coraggio, non un atto di debolezza“, si legge nei cartelloni.

Manifestazione pacifica

La Costituzione ripudia la guerra

Diciamo no alla guerra come metodo di risoluzione dei problemi. Nel terzo millennio non si può più accettare che abbia ragione chi ha più forza“, ha dichiarato un manifestante. È stato inoltre richiamato l’Articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.

Le dichiarazioni della Segretaria Confederale della CGIL Catania

CGIL

Oggi abbiamo voluto parlare di pace legandola anche al tema del lavoro. Perché riteniamo che, di fronte a ciò che sta accadendo nel mondo, il lavoro rappresenti una delle soluzioni fondamentali per il recupero della dignità umana“, ha dichiarato Rosaria Leonardi Segretaria Confederale della CGIL Catania.

Lottiamo anche affinché le persone che nei loro Paesi non possono vivere dignitosamente devono avere il diritto di essere accolte“, ha concluso Rosaria Leonardi.