Una tragedia per evitarne altre: il Bosco le Troiane, una nuova speranza per il mondo

Una tragedia per evitarne altre: il Bosco le Troiane, una nuova speranza per il mondo

SIRACUSA – Parte tutto da una piantina di Leccio e da un bambino. Entrambi sono simboli di speranza, di un futuro migliore, di serenità. Tutti e due sono piccoli, ma in grado di fare grandi cose.

Circa due settimana fa, al Teatro Greco di Siracusa, è stato dato il via a un progetto che, si spera, possa dare un futuro più roseo al mondo. L’attrice Maddalena Crippa, interprete di Ecuba nelle Troiane dirette da Muriel Mayette- Holtz, ha consegnato a un bambino di 6 anni, futuro cittadino, una piantina di leccio. La stessa scena si è ripetuta 5 giorni fa, durante la replica della tragedia e si ripeterà durante tutte le altre ripetizioni fino al 23 giugno. Protagonista, in questo caso, una bambina.

L’obiettivo? Formare un bosco, denominato appunto Bosco delle TroianeL’agglomerato di alberi sorgerà a Siracusa a novembre in un’area di 85mila metri quadrati, dietro il Palazzo di Giustizia.

L’idea prende vita dalla scenografia della rappresentazione. Un bosco morto, ottenuto con l’ausilio degli alberi caduti a causa della tempesta Vaia nelle foreste della Carnia nell’ottobre del 2018. Un’idea dell’architetto Stefano Boeri. Quale migliore tragedia delle Troiane poteva essere scelta? Nessuna, dato che l’obiettivo del capolavoro euripideo è quello di raccontare come la guerra faccia come vittima, tra le tante, la natura stessa.

L’iniziativa è possibile anche grazie al contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, di Innova Fvg, del consorzio dei Boschi Carnici, del Comune di Sappada e di altre imprese. La realizzazione del bosco avverrà grazie al contributo dell’assessorato regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo rurale e della Pesca guidato da Edy Bandiera (metterà a disposizione le piantine di leccio) e dal Comune di Siracusa che ha individuato l’area.

Poche parole e tanti fatti. L’idea di utilizzare le famosissime tragedie greche, le quali sono meta di turisti e, soprattutto, giovani di tutta Italia e di tutto il mondo, è più che azzeccata. Donare un nuovo polmone a Siracusa e al mondo intero, sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e della natura, il tutto attraverso la collaborazione e l’unione.

Il progetto infatti, ha unito tutta l’Italia, dalla Sicilia al Friuli, dal Nord al Sud, “da Trieste in giù“, direbbe Raffaella Carrà. Si aspetta novembre per vedere il risultato, nella speranza che questo sia solo l’inizio di una lunga serie di iniziative volte a salvaguardare la salute del nostro pianeta e dei suoi abitanti. Complimenti Siracusa!