CATANIA – C’è un pizzico d’emozione nell’ultima conferenza stampa prepartita di Giovanni Ferraro e sono state diverse le domande poste al Mister convergenti sia sull’incontro di domenica, sia sul futuro che verrà, un leitmotiv quasi scontato considerando oramai da tempo archiviato il discorso promozione.
Primo quesito posto a Ferraro: cosa ne pensa della forzata assenza de tifosi domenica a Trapani?
“Mi spiace tantissimo e occorre che il mondo del calcio cresca anche sotto questo punto di vista. Una gara è una festa dello sport e questa deve rimanere pertanto è importante che ci sia sempre il pubblico”.
Riguardo l’impegno per l’incontro di domenica Ferraro risponde che si è stati bravi per trentatré partite e anche a Trapani bisogna esserlo anche se abbiamo vinto il campionato.
E alla domanda cosa teme di più di questa gara, risponde che bisogna innanzitutto esserci con la testa perché s’incontrerà una squadra che gioca bene ed è in disperata ricerca di punti per i play off. Inoltre, necessita mantenere un ritmo alto anche in visione Poule scudetto.
A seguire, il solito tentativo di comprendere il suo futuro come allenatore in casa Catania e riceviamo una risposta che sembra scaturire più dal cuore che dalla testa: “A me basta la gioia che leggo negli occhi dei dirigenti quando mi guardano e la loro stima per il lavoro che ho svolto. Questo per me vale dieci volte il rinnovo di un contratto e a prescindere del mio futuro non ci penso e non mi interessa. In fondo in tutti questi anni da allenatore non sono mai rimasto un anno fermo”.
Mentre alla nostra domanda se la formazione di domenica risentirà del prossimo incontro della Poule scudetto ci risponde:
“No, per nulla, la prossima gara è così distante che non inciderà sulla formazione di domenica”.
E ritornando nuovamente sul suo futuro chiediamo: sinceramente non vediamo un motivo valido per non riconfermarla alla guida del Catania, quale può essere per lei la motivazione di un mancato rinnovo?
“Abbiamo persone così qualificate e così competenti che mi fido delle loro scelte. A volte la non scelta può essere anche una forma di protezione”.
