Sit-in dei lavoratori del Centro catanese di medicina, “fermate i licenziamenti”

CATANIA – Si è concluso dopo un’intera mattinata il sit-in di protesta dei lavoratori del “Centro catanese di medicina e chirurgia” aderenti alla Ugl.

La manifestazione ha avuto inizio in via Battello, proprio davanti all’ingresso della sede principale del Centro, ed è terminata in via Etnea, sotto gli uffici della Prefettura. 

Si è trattato di un’aspra contestazione in merito alla prima riunione per l’esame congiunto della procedura di licenziamento di 19 unità lavorative ed al secondo incontro che ha confermato l’estrema distanza tra la proprietà della storica casa di cura e la federazione Ugl sanità, unico sindacato presente al tavolo di concertazione che ha denunciato l’illegittimità del provvedimento.

Il sindacato, infatti, sostiene che l’azienda, accreditata con il servizio sanitario regionale, non può affatto esternalizzare la figura dell’ “Ausiliario socio – sanitario” e, per questo motivo, non è possibile completare la procedura collettiva avviata.

“Ci opponiamo fermamente alla volontà del Centro catanese di medicina e chirurgia di licenziare 19 dipendenti – afferma il segretario provinciale della Ugl sanità Carmelo Urzì tra cui 17 ausiliari, perché riteniamo debba essere rispettata la convenzione che prevede la presenza di questa importante figura nell’ambito della pianta organica. Affidare le mansioni di ‘Ausiliario socio – sanitario’ ad una ditta esterna, a nostro parere, significherebbe anche perdere di diritto l’accreditamento regionale“.

Sono queste le motivazioni che angosciano il personale oggetto di licenziamento, che oggi ha deciso di far sentire la propria voce.

Preoccupazioni rappresentate anche al vice prefetto Ester Libertini, che oggi ha ricevuto una delegazione dei manifestanti.

È grande la solidarietà nei confronti dei lavoratori a rischio licenziamento, espressa nel corso della mattinata al sit–in anche dal segretario generale territoriale della Ugl, Giovanni Musumeci, nonché da diversi iscritti al sindacato e soprattutto da numerosi lavoratori della casa di cura, in tantissimi a sostenere questa battaglia.

Clelia Mulà

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