TRAPANI – Arrivano le prime notizie dal Tribunale del Riesame di Palermo, dove sono stati annullati gli arresti domiciliari per gli undici agenti di polizia penitenziaria del carcere di Trapani.
I soggetti sono accusati di abusi e maltrattamenti nei confronti dei detenuti. I ricorsi presentati dagli avvocati sono stati accolti in Riesame, riqualificando il reato contestato di tortura in fattispecie meno gravi.
Si è dunque ribaltata la situazione con il Tribunale che ha escluso le condotte di tortura da parte degli agenti. Gli avvocati della difesa avevano evidenziato che le accuse non soddisfacevano i requisiti richiesti dalla norma per configurare il grave delitto.
Secondo il collegio giudicante, pur riconoscendo che gli episodi contestati richiedano approfondimenti, questi non avrebbero raggiunto tale gravità da poter essere identificate come torture. In alcuni casi, le condotte sono state riqualificate come abuso di potere o altri reati meno gravi, con un ridimensionamento significativo delle contestazioni.
I difensori hanno sottolineato che molti degli episodi denunciati erano legati ad interventi necessari nel carcere, spesso nati da criticità strutturali e sovraffollamento.
L’inchiesta della procura di Trapani resta tuttavia aperta nonostante l’annullamento delle misure cautelari. Gli accusati restano sottoposti al procedimento penale, e le indagini proseguiranno per accertare eventuali responsabilità, anche in relazione alle contestazioni riqualificate dal Riesame.
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